Gesap, guerra Crocetta-Comune | La nomina di Dragotto è un caso - Live Sicilia

Gesap, guerra Crocetta-Comune | La nomina di Dragotto è un caso

Rosario Crocetta e Tommaso Dragotto

L'imprenditore scelto dal governatore per il cda non avrebbe i titoli previsti dallo Statuto per ricoprire la carica di consigliere. Nel frattempo, però, assume nella sua azienda il consulente del presidente della Regione. Il numero uno di Sala delle Lapidi, Totò Orlando: "Ci metteremo di traverso. L'aeroporto non diventi un'altra Villa Sofia".

PALERMO – Il governatore Crocetta è atterrato sull’aeroporto Falcone-Borsellino. Ha piazzato le sue bandierine. Ma adesso è caos. Il Comune di Palermo non ci sta e mette in dubbio i titoli dei consiglieri scelti dalla Regione. Di uno, in particolare: Tommaso Dragotto.

Intanto, fedelissimi di Palazzo d’Orleans hanno invaso Punta Raisi. Approfittando dei commissariamenti di Province e Camere di commercio, infatti, il governatore ha potuto indicare tre dei cinque componenti del cda di Gesap. Nomine che, come detto, rappresentano già un caso politico.

“Le nostre perplessità – ha attaccato il presidente del consiglio comunale di Palermo Totò Orlando – denunciate la settimana scorsa sulle nomine alla Gesap fatte dalla Provincia e della Camera di commercio di Palermo, entrambe commissariate dalla Regione, trovano purtroppo riscontro. Il Consiglio comunale – ha aggiunto – si metterà di traverso di fronte al tentativo della Regione Siciliana di imporre alla guida della Società manager senza titoli, in netto contrasto alle leggi e allo Statuto della Società. Inoltre ci sembra davvero inopportuno, dopo l’onta subita negli ultimi mesi con il caso Helg, che la Gesap abbia nel proprio management soggetti che riportano condanne penali”.

Parole dure, durissime, che in un colpo solo “bocciano” tutte le nomine di Crocetta. “Le polemiche intorno alla figura di Giuseppe Todaro sono strumentali, all’interno della Gesap la sua storia e la sua professionalità sono una garanzia, oggi più che mai”, dice il deputato regionale Ncd Pietro Alongi, che annuncia: “Chiederò al presidente della Commissione Antimafia, Nello Musumeci, l’audizione di Todaro al quale va la mia stima e la mia vicinanza. Credo che oggi il percorso di legalità da lui intrapreso possa essere speso all’interno della società aeroportuale, rappresentando una garanzia su questo fronte in un momento particolarmente delicato”.

Ma le polemiche riguardano, come detto, soprattutto la scelta di Tommaso Dragotto. L’articolo 15 dello Statuto di Gesap infatti prevede, per far parte del Consiglio di amministrazione, un “titolo di studio superiore in materie giuridiche od economiche, iscrizioni ad albi professionali che abilitano all’esercizio di attività connesse con la materia societaria o con la gestione di imprese, pluriennale esperienza certificata in attvità di amministrazione di società pubbliche”. Secondo il Comune, Dragotto non possiede nessuno di questi titoli. Ma la vicenda dell’imprenditore è anche un esempio della volontà del governo regionale di mettere le mani sull’aeroporto. E in effetti, ecco che altri consulenti e fedelissimi di Crocetta ruotano attorno alla vicenda. Il patron di Sicily by Car, che giura di aver eliminato ogni conflitto di interesse legato proprio al rapporto della sua azienda con gli spazi messi a disposizione dallo scalo palermitano, è dato per vicinissimo al presidente della Regione, tanto da aver nominato nel proprio cda, da qualche mese, il consulente di Crocetta Sami Ben Abdelaali, tra gli esperti scelti dal governatore anche nel contesto dell’Expo. Altro fedelissimo di Crocetta è nel collegio dei sindaci: si tratta addirittura del suo capo di gabinetto Giulio Guagliano, che in questi mesi è stato nominato da Crocetta un po’ dovunque, da quello di amministratore della partecipata Resais fino a quello di commissario straordinario della Provincia di Caltanissetta. Sarà anche lui a valutare i titoli. Pure dei consiglieri scelti dal suo… datore di lavoro.

Il giorno della verità sarà lunedì prossimo, quando il nuovo cda di Gesap si riunirà per la prima volta. Sarà in quella sede che il consiglio di amministrazione valuterà il lavoro del collegio sindacale che l’altro ieri ha passato al setaccio i profili degli eletti. Una relazione su cui vige il massimo riserbo, anche se alcune indiscrezioni parlano già di possibili problemi per un paio di consiglieri.

Il punto però, come detto, è tutto politico e cioè il braccio di ferro che si sta giocando per il controllo della società che gestisce il Falcone-Borsellino. Una partita in cui la Regione sta assumendo un ruolo sempre più decisivo, grazie al fatto che per mezzo di due enti commissariati (Provincia e Camera di Commercio) ha la maggioranza nel nuovo cda senza aver praticamente mai uscito un euro. La Regione ha nominato come consigliere l’ingegnere ex Rfi Giorgio Di Marco, già nel cda di Seus, come sindaco Giulio Guagliano, capo di gabinetto del governatore, e come secondo consigliere, per giunta in pole position per la poltrona di amministratore delegato, l’imprenditore Tommaso Dragotto appunto. “L’aeroporto – ha rincarato la dose Totò Orlando – è un asset strategico per lo sviluppo del territorio che non può essere utilizzato come poltronificio per gli amici del potente di turno. Non vorremmo assistere ad un altro caso Villa Sofia”. L’ospedale travolto dalle indagini sui medici amici del presidente Crocetta.


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