"Heil Hitler" in aula, le scuse: "Non sono fascista, ma..."

“Heil Hitler” in aula, arrivano le scuse: “Non sono fascista, ma…”

Interviene Giuseppe Montesano, l'autore della provocazione

CATANIA – “Non sono un sostenitore del fascismo e ne prendo pubblicamente le distanze”. Chiarisce la sua posizione, Giuseppe Montesano, il consigliere comunale di Camporotondo Etneo autore di quel “Heil Hitler” in aula, con tanto di saluto romano, che ha fatto esplodere il caso nazionale. Eletto nella lista “Liberi e Forti”, cartello che raccoglie l’eredità politica dell’ex sindaco, l’autonomista Filippo Privitera, ci tiene a contestualizzare quanto accaduto e ricondurlo all’interno delle dinamiche del civico consesso. Eccolo: “Il tanto condannato gesto, al contrario di ciò che maldestramente si tenta di far credere, voleva solo evidenziare la totale assenza di democrazia in aula”. 

“Heil Hitler”: la versione di Montesano

Una provocazione, seppur radicale, finalizzata a ottenere il rispetto delle prerogative della minoranza consiliare: ecco la chiave per interpretare quanto accaduto. “Il Consiglio comunale – spiega Montesano – deve essere condotto secondo legge e regolamento e soprattutto nel rispetto del fondamentale principio di democrazia, ottenuto con grandi e importanti battaglie, e non secondo le modalità discrezionali e discutibili del presidente del Consiglio”.

Intanto, in rete è esploso il dibattito su un gesto “che – è stato scritto – rievoca la più grande tragedia del Novecento”.

L’antefatto

A Camporotondo, però, resta alta tensione tra l’amministrazione guidata dal sindaco Filippo Rapisarda e l’opposizione consiliare. LiveSicilia ha raccolto la testimonianza di Helga Gabriele, la consigliera rimasta sbigottita dalla bagarre scoppiata in aula dopo il verso di Montesano al presidente del civico consesso. “Il gesto evidenziato dal vostro spettabile e attento giornale – spiega –  è una reazione, probabilmente istintiva,  per i continui e immotivati dinieghi alla quale sono seguite le scuse del consigliere Montesano,  ma i torti finora subiti sono ben più gravi del gesto evidenziato, per i quali peraltro abbiamo deciso di portare in altre sedi l’attenzione su atti e fatti riguardanti il consiglio comunale stesso”. 

L’oltraggio in aula

La consigliera fa riferimento a una serie di episodi che danno misura del clima tutt’altro che sereno che da tempo accompagna la vita di Palazzo. Un episodio riguarderebbe anche lo scontro verbale tra un’esponente dell’Amministrazione comunale e, addirittura, la sorella della stessa consigliera. Ed è appunto su questo che Montesano e Gabriele hanno chiesto d’intervenire in aula senza ottenere però il placet del presidente. E neanche soddisfazione. Il risultato di tutto ciò? Una baraonda probabilmente evitabile.  


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