PALERMO – C’è anche il nome dell’imprenditore di Piazza Armerina, Silvio Pranio, nell’inchiesta della Procura di Roma sul business degli immigrati che ha portato a quarantaquattro arresti. I carabinieri del Ros di Roma stanno perquisendo gli immobili nella disponibilità di Praino, titolare del Park Hotel Paradiso di Piazza Armerina che ospita un centro di accoglienza. È accusato di traffico di influenze illecite: in pratica avrebbe chiesto a Luca Odevaine, l’uomo chiave dell’inchiesta, di sfruttare le sue relazioni con il prefetto Rosetta Scotto Lavina (direttore centrale dei Servizi civili per l’immigrazione) affinché il suo albergo diventasse un grande centro di accoglienza con 1200 posti letto. In cambio avrebbe promesso ad Odevaine, che faceva parte del Comitato nazionale, di anticipargli i soldi per comprare e modificare alcuni pullman da trasferite in Venezuela.
L’inchiesta parte quando, il 28 gennaio 2014, Giovanni Ferrera, direttore del “Consorzio calatino terra d’accoglienza”, telefona ad Odevaine per dirgli di avere incontrato il proprietario di un grande albergo nei pressi di Enna che era già stato utilizzato come centro di accoglienza quando l’emergenza sbarchi era gestita dalla Protezione civile. L’imprenditore segnalato è Pranio che il 30 gennaio chiama Odevaine: “.. era per sapere se ha ricevuto quanto vi ho inviato per e mail e fax”. E così Odevaine si attiva con il prefetto Scotto Lavina, che il il 5 febbraio spiega a Odevaine di avere parlato con il prefetto di Enna: “Cinque minuti fa ho chiuso con il prefetto che però si è riservato di farmi sapere… è arrivato da tre settimane a Enna, mi doveva fare sapere”. La sua intermediazione va a buon fine visto che il 7 febbraio i migranti vengono trasferiti nell’albergo di Piazza Armerina. Alla società “L’antica Stazione srl”, formalmente intestata ai figli di Pranio, attraverso una procedura negoziata e senza pubblicazione del bando, viene affidato il servizio di accoglienza di immigrati che chiedono asilo per un importo di 122 mila euro, poi liquidato in 241.740 euro.
Quindi Odevaine inizia a pensare quale possa essere la contropartita da chiedere a Pranio per il suo interessamento. Inizialmente ipotizza di fare assegnare alla sua Fondazione Integra/Azione dei progetti di formazione per mediatori da impiegare nel centro di accoglienza ennese. Poi, però sarebbe emersa un’altra contropartita. Pranio si sarebbe, infatti, interessato per comprare alcuni autobus. Oedevaine stava lavorando alla creazione di un collegamento fra le città venezuelane di Puerto Cabello e Caracas. I carabinieri del Ros hanno pure monitorato alcuni strani movimenti bancari dall’Italia al Venezuela. “Ci sono pulmini a 9 posti e 17 posti a poco prezzo, 4000-5000 mila euro, ne ho preso uno… ci pensi perché qua c’è l’opportunità”, dice Pranio a Odevaine a metà marzo 2014. ce n’è abbastanza, secondo l’accusa, per mettere sotto inchiesta Pranio e per perquisire gli immobili nella sua disponibilità a caccia di documenti.