PALERMO – Smontare il piano di riequilibrio a colpi di delibera, chiedere l’intervento del ministero dell’Economia e della Corte dei Conti sui numeri della Tari disconosciuti dagli uffici, marcare la distanza col centrodestra che è uscito dall’Aula. Il giorno dopo la maratona di Sala delle Lapidi sul pre dissesto, le forze di centro fanno quadrato e indicono una conferenza stampa congiunta per lanciare il guanto di sfida a Leoluca Orlando.
Italia Viva, Oso, +Europa e Azione, dieci consiglieri in tutto, annunciano un nuovo percorso comune: facile immaginare un polo in moderato in vista delle prossime elezioni, specie dopo la crisi del centrodestra nazionale, anche se gli interessati al momento glissano e si concentrano sul riequilibrio. “Una delle pagine più buie della storia della nostra città – attacca il presidente del consiglio Totò Orlando – Ci uniamo al dolore dei palermitani contro chi, con la solita arroganza, parla di risultati trionfali quando l’atto è stato approvato con appena 14 voti su 40. Tutto quello che è contenuto nel piano non è esecutivo, avrà bisogno di altri atti per essere attuato e quindi prendiamo un impegno formale con la città: proporremo delle delibere per revocare la vendita delle quote Gesap e fare chiarezza sul personale. Il piano è una bomba spostata in avanti per farla scoppiare nelle mani della prossima amministrazione”.
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Il piano, approvato dagli orlandiano con l’appoggio del M5s, ha provocato un terremoto politico: la sinistra chiude a possibili alleanze con chi ha osteggiato il riequilibrio, il centrodestra si è spaccato con la Lega che è rimasta in Aula, le opposizioni si sono divise fra chi ha provato a bocciare il piano e chi invece ha pensato che l’approvazione fosse il male minore. “Tamajo, Micciché e Orlando si sono messi d’accordo – dice Ugo Forello di Oso – Se fossimo usciti dall’Aula, Forza Italia, Udc, Diventerà bellssima, Fratelli d’Italia e Sicilia Futura sarebbero rientrati dopo essere scappati. Il M5s è parte integrante di questa maggioranza, il che crea sconcerto in chi come me era candidato sindaco del M5s in antitesi a Orlando”.
L’obiettivo della controffensiva si sposterà anche su un altro piano: “Presenteremo una relazione alla Corte dei Conti e al Mef – continua Forello – Il piano non garantirà l’equilibrio dei conti, sono stati riportati tassi di riscossione non riconosciuti dagli uffici e quindi la battaglia ora sarà a Roma: chiediamo che gli organismi deputati vigilino e controllino sull’uso dei fondi statali e sull’enorme pressione fiscale che si abbatterà sui palermitani”.
“Questo non è un piano di riequilibrio, ma di fuga – aggiunge Fabrizio Ferrandelli – Il raddoppio Irpef vale 50 milioni l’anno e a chi chiede cosa preferissimo fra dissesto e riequilibrio, dico che era meglio avere un Comune dai conti in ordine. Orlando vuole legare le mani per 20 anni a chi verrà dopo, usando i dipendenti come scudi umani dopo averli presi in giro per 10 anni: avranno due ore in più e le pagheranno anche loro con più tasse”. “Questo atto ipoteca il nostro futuro – dice Leonardo Canto di Azione – Abbiamo sventato il rischio di un taglio delle circoscrizioni”.
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L’attacco frontale è al centrodestra, Lega a parte, anche se Giulia Argiroffi non manca di sottolineare l’assenza di Sabrina Figuccia e Roberto Cancilla. “Le forze politiche sedute oggi al tavolo hanno storie e obiettivi diversi – spiega Francesco Bertolino – ma sui singoli provvedimenti provano a migliorare gli atti entrando nel merito. Il riequilibrio approvato è peggiore del dissesto e dubitiamo che gli organismi superiori lo approveranno”.