I farmaci, la lettera, la bambola | Giallo sulla morte di Lorenz - Live Sicilia

I farmaci, la lettera, la bambola | Giallo sulla morte di Lorenz

Aminta Altamirano

Si tinge di mistero la vicenda del piccolo Lorenz, morto per avere ingerito psicofarmaci. La mamma è stata fermata e accusata di omicidio volontario. E spuntano nuovi particolari. Eseguita l'autopsia sul corpo del bimbo.

ALCAMO (TRAPANI)- Si aggiungono nuovi particolari alla vicenda della morte ad Alcamo del piccolo Lorenz. La perquisizione della polizia ha portato alla scoperta di una sorta di pupazzo voodoo e di una lettera con l’annuncio della morte della donna e del figlio, scritta dalla stessa Aminta, la mamma fermata per la morte del piccolo di cinque anni. In attesa dell’autopsia sono proseguiti gli interrogatori.

La gente del posto, i vicini di casa di via Amendola, difendono la donna. Non credono al fatto che avrebbe ucciso il figlio. “L’ho vista affacciarsi al balcone e chiedere aiuto, gridare, pronunciare con disperazione il nome del figlio, Lorenz. Si è capito che era accaduto qualcosa di grave. Siamo subito accorsi. La donna ha aperto il portone è scesa per le scale poi è risalita l’abbiamo seguita nella sua stanza da letto, lì dove c’era Lorenz, era come se dormisse ancora ma ormai era morto”. E’ il racconto di una delle prime soccorritrici, una donna che lavora nell’albergo di fronte la casa di Aminta Altamirano Guerrero, la mamma arrestata e accusata dalla Procura di omicidio volontario.

Nessuna lesione o ferita è stata trovata sul corpicino del bambino, Lorenz aveva cinque anni, è morto per avere ingerito delle gocce di un potente medicinale antidepressivo. Un farmaco in uso alla madre. Oggi pomeriggio è prevista l’autopsia sul corpicino. Stamattina ad Alcamo è arrivato Enzo Renda, il padre, sposatosi sei anni fa con Aminta dalla quale però poi si è separato. Rapporto burrascoso tra i due. Lui così se n’è andato in Germania dove lavora facendo il pizzaiolo, lei è rimasta con Lorenz ad Alcamo. “Donna tranquilla”, dice un vicino di casa. “Mai alcun fastidio”, aggiunge un altro. “Certo non viveva di agi, veniva da noi aiutata, anche la parrocchia si dava da fare per Aminta che lavorava come colf o badante quando capitava – racconta una donna – ma sempre con stile senza tradire nulla del malessere che si portava dentro”. Il desiderio di Aminta sarebbe stato quello di ritornare in Messico, assieme a Lorenz. Ma mancavano i soldi e poi c’erano gli intoppi burocratici per la paternità.

Proprio in questi giorni qualcosa a suo favore si era mossa, c’era la possibilità di essere accolta in una casa alloggio. Ma mentre qualcosa poteva cambiare l’improvvisa tragedia. Lei davanti al pm Sara Morri si è difesa dicendo che senza accorgersene il figlioletto ha ingerito quelle gocce, aprendo da solo il flaconcino che vuoto è stato trovato in un cestino dei rifiuti a casa. La polizia ha anche sequestrato due bicchieri. Ma non solo. Le cose per la donna sono cambiate durante la notte di lunedì al termine di un ennesimo lungo interrogatorio in commissariato da parte del pm Morri. Sotto i riflettori le affermazioni di Aminta: ha detto che il figlio dormiva nella sua stanzetta, nella quale si aveva accesso da una porta nella stanza da letto della donna. Ha detto che quando si è svegliata e si è resa conto del figlio che non respirava lo ha messo sul suo letto, il sospetto è invece quello che madre e figlio abbiano dormito insieme.

Poi ci sono due scoperte fatte dai poliziotti: all’interno della borsa della donna, accartocciata è stata trovata una lettera con su scritte poche ma inequivocabili frasi, di suo pugno avrebbe manifestato l’intenzione di morire, lei con suo figlio, nel foglio annotata anche la richiesta di non fare l’autopsia. Da dentro la borsa è saltato fuori anche una sorta di pupazzo “infilzato”, una specie di rito voodoo, Aminta ha spiegato che le serviva per sapere se il marito la tradiva.

*Aggiornamento ore 20.43
E’ stata eseguita nel pomeriggio dal professor Paolo Procaccianti, dell’università di Palermo, l’autopsia sul corpicino di Lorenz, il bambino di 5 anni che sarebbe stato ucciso dalla madre due giorni fa ad Alcamo. Dall’ esame autoptico, nell’immediatezza non emergono elementi significativi. Le cause della morte potranno essere accertate soltanto a conclusione degli esami tossicologici. Intanto, domani pomeriggio davanti al Gip del tribunale di Trapani è fissata l’udienza di convalida del fermo della madre trentatreenne della vittima, accusata di omicidio volontario.


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