I funerali di Don Pippo |"Non siamo riusciti a custodirlo" - Live Sicilia

I funerali di Don Pippo |”Non siamo riusciti a custodirlo”

In chiesa i rappresentanti delle Istituzioni ma pochi cittadini.

SIRACUSA – “Nel nostro cuore non ci sia solo rabbia, ma perdono. Quanto accaduto non rientri nella formula di ‘quartiere a rischio’ ma serva da monito all’intera città”. Le parole semplici e efficaci di padre Felice hanno suggellato stamattina l’estremo saluto a don Pippo Scarso, l’ottantenne siracusano arso vivo in casa sua la notte del primo ottobre e morto dopo 75 giorni agonia al Cannizzaro di Catania. Il parroco della chiesa di Grottasanta, che apre il quartiere e sorge a poche decine di metri dall’abitazione dell’anziano, luogo dell’aggressione, ha aperto le esequie concelebrate dal vicario dell’arcidiocesi siracusana, Nuccio Amenta. “Quanto è accaduto serva da monito in positivo per tutti – ha detto il parroco -, giovani e meno giovani. Preghiamo per la guarigione delle nostre menti e dei nostri cuori – ha aggiunto – anche se abbiamo rabbia. Preghiamo per la guarigione del nostro cuore, in particolare per la guarigione dei cuori di coloro che si sono macchiati di questo infame delitto”. Una chiesa piena ma non gremita ha dato l’ultimo saluto a don Pippo Scarso. Presenti più rappresentanti istituzionali che cittadini comuni. DiscretO tra i banchi il sindaco Giancarlo Garozzo; presente anche il presidente del consiglio comunale, Santino Armaro. Vicino ai familiari il questore di Siracusa, Mario Caggegi; sparsi tra i banchi alcuni dei suoi uomini che da ottanta giorni eseguono le indagini che finora hanno portato al fermo di indiziato di delitto di un diciottenne. Ricercato un altro giovane, già identificato e ritenuto dall’autorità giudiziaria concorrente. Un terzo è solo indagato. Stamattina, dunque, in una giornata plumbea e in pieno Ottavario (settimana in cui Siracusa festeggia la sua patrona Santa Lucia), il commiato religioso a una vicenda ancora tutta aperta dal punto di vista giudiziario ma soprattutto sociale. “Siamo qui anche noi a chiedere al Signore di perdonarci – ha detto monsignor Amenta nella sua omelia -. Come cristiani non siamo riusciti a illuminare la nostra comunità cittadina. Ho sentito reazioni di richiesta di giustizia ma anche reazioni scomposte: tutte comunque sintomo di una sensibilità che la vicenda di don Pippo ha scosso. Ma non deresponsabilizziamoci – ha aggiunto -. In un modo o in un altro non possiamo tirarci indietro perché siamo chiamati tutti a essere custodi l’uno dell’altro. Non siamo riusciti a custodire don Pippo, uomo pacifico e mite. Così come non siamo riusciti a custodire chi ha provocato tanta sofferenza”. Al termine della funzione il feretro di don Pippo Scarso è stato accompagnato fino alla sua abitazione. Qui padre Felice ha fatto recitare un Padre Nostro e l’Eterno Riposo.


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