PALERMO – “Dopo la destra subumana, le troie in Parlamento: merita solo pernacchie”. Lo scrive il Foglio. Il Corriere della Sera, invece, fa notare il miracolo di aver messo d’accordo tutte le donne dell’emiciclo, prospettando un suo ritorno al canto e parlando di “insulto greve e gratuito”. Insomma, la stampa di oggi non è esattamente tenera con Franco Battiato. Quello scivolone sulle “troie” in Parlamento viene fustigato dagli opinionisti così come avevano fatto ieri, e continuano oggi i politici. “La presenza in Giunta di Franco Battiato è imbarazzante. Operativamente assente e fuori ruolo, l’assessore cantautore ci delizia unicamente con esternazioni naif!”, dice stamattina il deputato Udc Lillo Firetto, tanto per citarne uno. Mentre ricorre al suo consueto, originalissimo stile, la deputata berlusconiana Micaela Biancofiore, che su Repubblica osserva: “Non so se Battiato è gay o ha una sorta di misoginia”. E vabbè.
Vane le precisazioni offerte dal cantautore, ieri in un comunicato e oggi in una intervista su Repubblica, in cui ha spiegato di non essersi riferito alle donne o a questo Parlamento ma di aver pensato alle note vicende dei cambiacasacca delle scorse legislature accusandoli di prostituzione politica. Un arrampicarsi sugli specchi smontato dal Foglio, che fa notare il verbo al presente della frase “queste troie che si trovano in Parlamento” riportata dalle agenzie.
Insomma, tira un’aria pesante. Che ha costretto Rosario Crocetta, che per tutta la giornata di ieri aveva fatto orecchie da mercante, a prendere una posizione ufficiale, con una lettera di scuse, che sa di preludio al siluramento dell’assessore-cantante perennemente in tour. Una cacciata che ieri è stata invocata da diversi esponenti politici, anche del centrosinistra. Se Crocetta le chiedesse di lasciare l’incarico?, gli chiede Emanuele Lauria intervistandolo oggi su Repubblica. “Ci impiegherei pochissimo, guardi. Per assurdo sarebbe un’occasione fantastica”, risponde il cantautore.