I privilegi del cretino - Live Sicilia

I privilegi del cretino

Da "La zona grigia", il nuovo numero di "S" in edicola da ieri, pubblichiamo la rubrica "Il venditore di pensieri" di Aldo Sarullo
Il venditore di pensieri
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Più o meno dalla seconda metà del XX secolo le aperture degli immobili, soprattutto per occultare la luce, vennero dotate di una fitta sequenza di assi avvolgibili detta serranda. Scoppiò una polemica con chi ne propose la retroattività progettandone la installazione anche al Colosseo, ma si risolse presto perché una apposita commissione accertò che lì non vi dormiva nessuno. Anche il nome, serranda, creò qualche problema. Si eccepì che obbligasse a tenerla chiusa poiché letteralmente significa: che si deve serrare. Ma prevalse la tesi sostenuta da chi ricordò che il gerundio è una cosa, l’uso un’altra e genera i sostantivi. Per aprire e chiudere le serrande si utilizzò una resistentissima fettuccia, detta dai più corda, larga circa quattro centimetri e lunga quanto basta. Il cretino e il genio, i due opposti dell’intelligenza umana, sono distanti tra loro quanto, in larghezza, i due margini della fettuccia. Sono cioè vicinissimi. Infatti compiono ogni giorno le medesime azioni, provano i medesimi sentimenti, hanno i medesimi bisogni. Insomma spesso e a prima vista sembrano uguali. Differiscono soltanto in pochissime occasioni e in pochissime azioni, quelle che fanno di un cretino un cretino e di un genio un genio. Differiscono anche nella consapevolezza: il genio spesso è consapevole di sé, il cretino raramente. Infatti quello che riesce a temere di esserlo viene premiato dagli altri e definito soltanto mezzo cretino. La fettuccia della serranda è costituita da una miriade di sottilissimi fili che la percorrono in lunghezza e che, di conseguenza o sono più vicini a un margine o all’altro. Uguale è l’intelligenza. Per tipologia e quantità può essere più vicina al genio o più prossima al cretino. O così così. Tranne che per le mamme, specialmente quando i figli hanno l’età scolare. Non nel senso di far gocciolare. Il cretino, oltre a quest’ultimo privilegio familiare, gode di altri vantaggi. Uno, micidiale, è la memoria. Quando egli ne possiede molta si crea un corto circuito di comunicazione. A chi lo osserva infatti appare colto e invece è soltanto istruito (e non cresciuto, consapevole del mondo). Su questo pericoloso equivoco il cretino costruisce la propria fortuna, carriera, stima etc. Raffrontando un contadino siciliano con un barone universitario non raramente il primo è più colto, cioè più cresciuto. Il secondo erudito, ma umanamente incompiuto. Altro vantaggio: il cretino si piace, sempre. Usa le orecchie come specchio della propria identità e si ascolta sempre ammirato. Càpita anche al genio, ma è utile al suo prossimo. E ancora, il cretino rende tranquilli i miserabili, li rassicura con la propria deficienza. Il genio, senza volerlo, li impaurisce e quindi li mette in fuga. E poiché a volte i miserabili detengono il potere nelle sue multiformi espressioni, ecco che il genio non trova aiuto, invece il cretino rassicurante sì. E se nessuno può dirsi tanto fortunato da potere non frequentare cretini, nessuno può dirsi immune dall’essere cretino di tipo B. Il tipo A è relativo ai cretini stabili, il tipo B invece è relativo ai cretini saltuari e, con rispetto parlando (ed escludendo i cretini di tipo A che non lo accetterebbero mai), siamo tutti esposti a viverne l’esperienza da protagonisti. “Sono stato un cretino…”, chi nella propria vita non se l’è detto? Ma non per commiserarsi, ma proprio per auto-disistima meritata. Credo che capiti anche al genio. Il rischio maggiore si corre nei momenti difficili, dinanzi a situazioni estreme o angoscianti. Poiché però ogni individuo, anche il cretino, possiede una riserva di intelligenza in più, come una scorta nascosta nelle pieghe dell’identità, dovrebbe ricorrere alla ricerca veloce di questa e così darsi aiuto. Chi ne è consapevole dovrebbe proprio allenarsi a farne uso. E’ gratis e veramente utile.
Io spero che dopo questa lettura non insorgano crisi di contatto con la fettuccia delle serrande, non è come stringere l’umanità e neanche un modo per tenerla in pugno. È tempo di vacanze e ho accettato la proposta della Surreal Tour (che vi consiglio). Occhio al rientro però, poiché, non dimentichiamolo, la differenza tra gli uomini e i topi sta nella consapevolezza della fogna. I secondi sanno dove si trovano. Ma questo è un altro discorso.


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