Il Bellini bancomat della cricca |Foto choc: i danni all'Istituto - Live Sicilia

Il Bellini bancomat della cricca |Foto choc: i danni all’Istituto

Mentre la “banda” trafugava 14milioni di euro dalle casse, il noto conservatorio cadeva a pezzi. FOTO.

Particolare dell'auditorium con le sedie smontate per motivi di sicurezza

CATANIA- L’auditorium monumentale dell’Istituto musicale Bellini ce lo invidiano in tutto il mondo, ma questa meraviglia è stata chiusa a lungo, proprio mentre i vertici dell’ente impiegavano – secondo la magistratura14 milioni di euro per acquistare gioielli, abbigliamento di lusso, ristrutturare case e arricchire il proprio patrimonio personale. Lì, al primo piano di uno dei più prestigiosi conservatori d’Europa, nessuno poteva entrare, servivano qualche decina di migliaia di euro per installare le porte antipanico e le dotazioni di sicurezza previste dalla legge, impossibile, “i soldi non c’erano”, spiega a Livesicilia Antonio Torrisi, uno dei consiglieri del Cda che ha dato il via, collaborando con l’ex presidente Guido Ziccone, alla stagione delle denunce. GUARDA TUTTE LE FOTO.

<p>Le foto degli arrestati</p>


Niente soldi, l’auditorium restava chiuso, fino a quando non è stata trovata una soluzione: smontare il 50% delle poltroncine in raso per fare diminuire la capienza. E così che il grande auditorium è mezzo vuoto, i pochi fortunati che lo visitano possono ammirare gli affreschi del ‘700, l’organo monumentale e il soffitto intarsiato. Tutt’intorno il deserto. Quello che ogni giorno affrontano i circa 800 studenti che spesso diventano grandi musicisti, a Catania.

Gran parte delle mattonelle del terzo piano hanno perso aderenza

IL FAMIGERATO TERZO PIANO– Le mattonelle del ‘700 hanno perso la presa sul massetto, traballano e possono essere staccate una per una, a ogni passo bisogna prestare attenzione, non è difficile inciampare a cadere. Le stanze del terzo piano sono in condizioni pietose.

L'ingresso di una delle stanze inutilizzabili

Una è chiusa e inutilizzabile perché manca la maniglia, un’altra è parzialmente agibile e contiene al suo interno un antico piano sbriciolato dai topi. Le trappole dei roditori sono posizionate ad ogni angolo.

Una parte del cortile recintata per pericolo caduta campanile

Il campanile che sovrasta le terrazze è pericolante, non è stato messo in sicurezza né ristrutturato, i soldi servivano al sollazzo della “banda”. In compenso il cortile al piano terra è stato recintato e in parte non è agibile, proprio per evitare che, crollando il campanile, qualcuno possa restarci secco.

Sempre al terzo piano c’è un’aula verandata, in inverno è inagibile. Non si contano gli ambienti ridotti a piccionaia e inutilizzabili.

Particolare del corridoio principale

Alcuni degli strumenti dell'Istituto abbandonati

IL DEPOSITO – I pochi strumenti di proprietà dell’Istituto Bellini sono stati abbandonati, ci sono violoncelli mai riparati, violini scassati e scaffali vuoti.

Bagni inutilizzabili

I SERVIZI IGIENICI – Antonio di Carlo, rappresentante degli studenti in Cda, rivendica il rispetto della dignità degli allievi, costretti a trascorrere le giornate in ambienti che soffrono di gravi carenze igienico sanitarie. I musicisti conoscono bene le note dolenti di quest’istituto, a partire dai servizi igienici. In alcuni casi sembrano delle stalle: pareti scrostate, piastrelle incrostate, mancanza di carta, infissi che si chiudono a stento.

Le pareti di un bagno

BARRIERE ARCHITETTONICHE – Altra incompiuta dell’Istituto Bellini è l’abbattimento delle barriere architettoniche. I soldi sono stati utilizzati per altro. Oltre alle mattonelle che si staccano, non si contano i gradini e gli ascensori fuori norma, per non parlare dei servizi igienici.

L’INTERVISTA – Antonio Torrisi, ex consigliere del Cda, è stanco, per anni ha lottato contro i mulini a vento. “C’erano delle cose – racconta a Livesicilia – che convincevano poco in consiglio di amministrazione, non si riusciva ad avere un’idea chiara di quelle che fossero le spese dell’istituto, non si capiva cosa succedesse qui dentro”.

Pianoforte mangiato dai topi e abbandonato

Torrisi è stato uno dei primi a raccogliere la documentazione che ha portato alle denunce contro la “cricca” degli amministratori oggi finiti in galera. “Era un sistema che andava avanti da decenni ed era ben oleato – continua Torrisi – nel momento in cui si vedeva che gli stipendi non si pagavano con regolarità, che i docenti non percepivano il fondo di istituto dal 2010, considerata la mole di denaro che arrivava si intuiva che qualcosa non andava”.

“Questo – conclude l’ex componente del Cda – è un istituto storico, della fine del ‘700, prestigiosissimo, ma urgono dei lavori di manutenzione, straordinaria e ordinaria che non sono stati fatti perché ci dicevano che i soldi non c’erano. Adesso speriamo che qualcosa possa cambiare”. GUARDA TUTTE LE FOTO

 


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