"Il boss e la concorrenza sleale"| Non fu minaccia, Corona assolto - Live Sicilia

“Il boss e la concorrenza sleale”| Non fu minaccia, Corona assolto

Giuseppe Corona

Secondo l'accusa, un commerciante aveva rinunciato ad aprire un negozio di sigarette elettroniche.

PALERMO – Il boss, così Giuseppe Corona viene definito dagli investigatori, potrebbe pure avere pronunciato la frase incriminata. Il contenuto, però, non era minaccioso e di certo non spaventò il commerciante a tal punto da rinunciare all’apertura del negozio.

L'avvocato Giovanni La Bua

La tesi difensiva dell’avvocato Giovanni La Bua ha fatto breccia nel Tribunale che ha assolto l’imputato con la formula “perché il fatto non sussiste”.

A denunciarlo era stato l’aspirante titolare, rimasto tale perché preferì tornare sui propri passi, di un negozio di sigarette elettroniche di via Sampolo. Raccontò che un giorno di marzo del 2013 Corona si recò nel locale che la presunta vittima aveva preso in affitto, gli chiese quali fossero le sue intenzioni e quando seppe della prossima apertura disse: “… ma chi sbattisti a tiesta”.

Era, secondo l’accusa, un invito minaccioso a cambiare aria per evitare di fare concorrenza alla vicina tabaccheria della moglie. Il negozio di sigarette elettroniche non fu aperto, ma nulla c’entrerebbe la minaccia di Corona che, come si è scoperto qualche mese fa con il suo arresto, sarebbe un boss in ascesa della nuova mafia.

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