Il “boss” sotto processo: ricorso a Roma contro il 41 bis - Live Sicilia

Il “boss” sotto processo: ricorso a Roma contro il 41 bis

I legali Giuseppe Marletta e Salvo Pace hanno presentato ricorso contro il “carcere duro” imposto a Francesco Napoli

CATANIA. La Dda di Catania lo considera “il boss”, colui che è stato designato dai capi per gestire il potente clan Santapaola Ercolano. E per questo Francesco detto “Ciccio” Napoli, ritenuto il rampollo dell’aristocrazia mafiosa etnea, si trova detenuto con la formula del cosiddetto “carcere duro”. Ma la difesa non ci sta e i suoi legali hanno presentato un ricorso al Tribunale di Sorveglianza di Roma.

Per il momento, comunque, un dato appare certo: per Napoli l’estate si concluderà al 41 bis. I giudici romani, infatti, decideranno solo il prossimo 30 novembre sul ricorso. A presentarlo, contestando la decisione del ministero di via Arenula, adottata – come sempre accade in questi casi, su proposta della Dda – sono stati i suoi legali, gli avvocati Giuseppe Marletta e Salvo Pace.

Secondo i difensori non vi sarebbero i presupposti per l’applicazione del carcere duro, misura che viene adottata, notoriamente, allo scopo di evitare contatti con l’esterno dei boss detenuti. Capimafia in carcere, per l’appunto. Che Napoli sia o meno il boss, tuttavia, deve ancora essere accertato dai giudici. Il processo “Sangue blu” infatti è ancora in corso.

Va precisato tuttavia che per l’applicazione del 41 bis non è necessario che vi siano già delle sentenze. Si tratta infatti di una norma dell’ordinamento carcerario, introdotta in Italia dalla cosiddetta “legge Gozzini” nel 1986, che prescinde dalla presunzione di non colpevolezza. Essa prevede una serie di limitazioni della libertà ulteriori rispetto al carcere.

Si va dal controllo della corrispondenza alla partecipazione ai processi solo con la formula della videoconferenza; ai vetri divisori durante i colloqui. Un provvedimento su cui è in corso da decenni un acceso dibattito. Il suo scopo è “ripristinare l’ordine e la sicurezza” e va mantenuto per una “durata strettamente necessaria”. E la durata, quando si tratta di pericolosi boss, può dilatarsi esponenzialmente.


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