Il camionista che viveva per i figli| "Era prudente, una tragedia" - Live Sicilia

Il camionista che viveva per i figli| “Era prudente, una tragedia”

C'erano i suoi tre figli ad aspettarlo a casa, ma Francesco Arancio, autotrasportatore di 55 anni, non è più tornato. Aveva appena scaricato la merce in provincia di Messina, al ritorno la tragedia: il suo camion ha terminato la corsa contro il guardrail. La figlia: "Mio padre era prudente. Io e i miei fratelli non riusciamo a descrivere quello che proviamo: tre anni fa è morta anche nostra madre".

LA TRAGEDIA SULLA CATANIA PALERMO
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PALERMO – Aveva trasportato la merce per consegnarla in mattinata ad un supermercato di Rometta, in provincia di Messina. Un viaggio, quello che l’avrebbe condotto a casa, dai suoi tre figli, forse troppo lungo. Era abituato a questa vita, Francesco Arancio, il camionista di 55 anni morto ieri in un tragico schianto contro il guardrail della Catania-Palermo, all’altezza di Villabate, ma stavolta qualcosa è andato storto. Potrebbe essere stata la stanchezza a tradirlo: nonostante facesse l’autotrasportatore da sempre, la sua vita si è fermata lì, dentro quel camion il cui abitacolo si è trasformato in un groviglio di lamiere.

Erano da poco trascorse le 15 quando è uscito fuori strada. A casa sua, nella zona del Cep, c’erano i figli ad attenderlo, ma Monica, Maurizio e Fabio , dopo aver perso la mamma nel maggio del 2009, ieri avrebbero anche perso il padre. Un uomo gioviale, che nonostante mille difficoltà e l’immenso dolore della morte della moglie, si era fatto forza per continuare a vivere col sorriso sulle labbra, anzitutto per il bene dei suoi ragazzi. “I momenti di scoraggiamento non lo avevano risparmiato – dice chi lo conosceva e vive nella stessa zona – ma andava avanti con ottimismo, i suoi figli erano la sua forza”. Ad intervenire tramite LiveSicilia è anche una delle ultime persone che ha visto l’autotrasportatore prima della tragedia, un dipendente del supermercato dove Arancio aveva da poco scaricato la merce:

“Chi non lo conosceva non può capire la grande persona che era, educata, rispettosa, generosa. Siamo molto dispiaciuti”. E l’accento viene messo sulla prudenza di cui gli amici di Arancio ed i colleghi non hanno dubbi: “Non aveva l’abitudine di correre, amava la vita ed era una persona molto precisa. Non riusciamo a spiegarci come sia potuto accadere tutto ciò, ma sappiamo che ieri quella zona era particolarmente ventosa. Non riusciamo a crederci e siamo addolorati per i ragazzi: la morte della madre li aveva già segnati molto”.

A ribadire il concetto è proprio la figlia Monica: “Io sono orgogliosa di sentire gli amici di mio padre parlare così bene di lui, ma purtroppo il dolore mio e dei miei fratelli non si può comprendere dall’esterno: dopo aver perso nostra madre, perdiamo anche il padre. Lui non era imprudente, forse il Signore aveva gli occhi chiusi, credetemi”.


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