Il caso Chinnici e l'imbarazzo del Pd tra silenzi e malumori - Live Sicilia

Il caso Chinnici e l’imbarazzo del Pd tra silenzi e malumori

Le reazioni tra i dem.
LO SCENARIO
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3 min di lettura

PALERMO – Il paventato addio dell’europarlamentare Caterina Chinnici al Pd è accolto da un imbarazzante silenzio e da non poco stupore.

Bocche cucite nel Pd

Le bocche dei dirigenti dem restano per lo più cucite, complice anche l’assenza di conferma da parte della diretta interessata. Il tasto dolente non riguarda tanto il cambio di casacca in sé, tenuto conto che Chinnici nonostante sia stata eletta a Bruxelles nella lista del Pd non ha ma fatto vita attiva di partito, quanto la candidatura alla presidenza della Regione. Tra i dirigenti serpeggia un palpabile sentimento di imbarazzo misto a delusione. 

Malumori e commenti al vetriolo

Qualcuno si sfoga sui social o nelle chat del partito, altri preferiscono velenosi commenti a taccuini rigorosamente chiusi per dire la loro su un abbandono che pare sia stato vissuto come un fulmine a ciel sereno (sebbene le interlocuzioni, sussurra qualcuno, fossero già sul tavolo da almeno un paio di mesi).  

“Sono senza parole, come si può andare oggi in Forza Italia se non esiste più?” dice a microfoni spenti un dirigente dem siciliano, uno dei tanti che l’ha sostenuta in campagna elettorale. “Come dice è una gallina dalle uova d’oro? Io uova d’oro non ne vedo”, commenta al vetriolo qualcun altro. E se a Bruxelles (e a Palermo) gli azzurri gongolano, il capodelegazione del Pd Brando Benifei si trincera dietro un secco “no comment”. 

Lima: “Parliamo di temi non di cambi di casacca”

Al momento del resto nessuna comunicazione ufficiale del cambio di gruppo è stata recapitata alla truppa democratica del Parlamento Europeo.  La segretaria nazionale Elly Schlein sceglie la via del silenzio. Molti dirigenti declinano l’invito a commentare l’indiscrezione, ma qualcuno ci mette la faccia. “Stiamo parlando di voci ed indiscrezioni, fino all’ultimo istante c’è da auspicare che tali indiscrezioni vengano smentite dai fatti. Penso comunque che oggi il Pd sia impegnato in una profonda opera di rigenerazione e ricostruzione come confermano le tantissime adesioni di uomini e donne che stiamo registrando in questi giorni”, dice a Live Sicilia Sergio Lima, membro della segreteria regionale e della direzione nazionale del Pd. 

“Soprattutto penso che più che alle questioni del ceto politico il nuovo Pd debba guardare alla realtà della vita, una realtà che è fatta di inflazione, liste d’attesa, dati allarmanti su condizione sociale e abbandono scolastico. Ecco, se di abbandoni bisogna discutere che si discuta di più dei dati sull’abbandono scolastico in Sicilia- doppio rispetto a media nazionale- e magari meno di questo o quell’onorevole”, aggiunge.

Raciti e il caso delle candidature negate alle regionali

L’ex segretario regionale del Pd, Fausto Raciti apre il vaso di Pandora e accende i riflettori sulla ferita delle candidature negate a chi era sotto processo. “Direi che sarebbe una grande delusione, soprattutto per il prezzo che il Pd ha scelto di pagare alla sua candidatura con l’esclusione di un gran numero di personalità dalle liste per fatti giudiziari di scarsa o nulla rilevanza”, dice a Live Sicilia. 

“Confermerebbe che si trattava di una scorciatoia per regolare altri conti, visto che sono problemi che Forza Italia non si è mai posta. Nel merito della scelta non giudico, mi pare l’ennesimo episodio di porte girevoli in un partito unico in Europa per la nonchalance con cui si praticano”, spiega Raciti.

Leggendo tra le righe tutto fa presagire che i malumori mai sopiti per la gestione della partita delle regionali da parte del segretario regionale, Anthony Barbagallo, soprattutto in vista del congresso regionale, sono pronti a tornare a galla. 


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