Il caso della Mare Jonio | Indagato il comandante - Live Sicilia

Il caso della Mare Jonio | Indagato il comandante

"Mai ricevuto l'ordine di far sbarcare i naufraghi in Libia"

Lampedusa
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LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – L’equipaggio di Mare Jonio è stato convocato per gli interrogatori dalla guardia di finanza di Lampedusa, che conduce le indagini coordinate dalla Procura di Agrigento che ha aperto una inchiesta per favoreggiamento all’immigrazione clandestina al momento contro ignoti. Il sequestro probatorio della nave è stato notificato questa notte al comandante, Pietro Marrone.

Il comandante della nave è stato iscritto nel registro degli indagati. A procedere all’iscrizione sono stati il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella e il sostituto Cecilia Baravelli che si trovano a Lampedusa e che stanno coordinando l’inchiesta – aperta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – sullo sbarco dei 49 migranti soccorsi dalla nave.

“Non abbiamo mai ricevuto l’ordine di fare sbarcare i migranti soccorsi in Libia, né dai libici né dalle autorità italiane”, dice la portavoce di Mediterranea, Alessandra Sciurba, ricostruendo le fasi del salvataggio al largo della Libia da parte dell’equipaggio di Mare Jonio. “Quando siamo arrivati non c’era nessun altro nello specchio di mare – aggiunge Sciurba -. La cosiddetta guardia costiera libica è arrivata solo dopo il soccorso”.

Sono stati tutti identificati, intanto, i migranti a bordo della nave approdata ieri: a bordo complessivamente 50 persone: 35 uomini e 15 minori non accompagnati. La maggior parte dei migranti, secondo quanto si apprende da fonti del Viminale, viene dalla Guinea (17, di cui 9 minori). A bordo anche persone del Senegal (14, di cui due minori), Nigeria (9), Gambia, (7, di cui due minori), Camerun (2, di cui un minore), Benin (1). Tra i naufraghi anche un migrante africano che ha tentato di fuggire da guerre e povertà attraversando il Canale di Sicilia a bordo dei barconi per cinque volte ed è sempre stato rispedito in Libia: l’uomo ora si trova nel centro di accoglienza dell’isola dove, assieme agli altri naufraghi, ha trascorso la prima notte sulla terraferma. “Addosso porta i segni dei maltrattamenti subiti nei campi libici”, raccontano i soccorritori.

(ANSA).


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