Il centrosinistra si spacca| e salta l'elezione di Amenta - Live Sicilia

Il centrosinistra si spacca| e salta l’elezione di Amenta

L'assemblea dell'associazione dei comuni ha rinviato al 28 la votazione del nuovo presidente, dopo che alcuni sindaci di centrosinistra hanno chiesto a sorpresa di rimandare il voto nonostante il favorito fosse il democratico Amenta.

PALERMO – Nulla di fatto per l’elezione del nuovo presidente dell’Anci Sicilia a causa delle divisioni interne al centrosinistra. Contrariamente a ogni previsione, infatti, l’associazione dei comuni isolani non ha scelto l’attuale vicepresidente vicario Paolo Amenta, sindaco Pd (che alle ultime primarie ha votato Renzi) di Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa, ma ha deciso di rinviare il tutto al prossimo 28 gennaio.

Da quando Giacomo Scala si è dimesso nel giugno scorso, l’Anci è stata guidata da Amenta, passato con i democratici, che oggi sarebbe dovuto diventare ufficialmente presidente con un accordo trasversale visto che comunque la presidenza tocca al centrosinistra. Ma, colpo di scena, proprio alcuni sindaci di centrosinistra (tra cui Leoluca Orlando, Enzo Bianco e Marco Zambuto) hanno chiesto un rinvio.

“Non me lo aspettavo – ammette Amenta a Livesicilia – probabilmente ci saranno state ragioni politiche che non ho compreso. La proposta di un rinvio è venuta dai sindaci e siccome li ho sempre considerati l’asse portante dell’Anci, abbiamo scelto tutti insieme di rimandare”. Voci di corridoio vogliono che il tutto si sia arenato a causa di alcuni dissidi interni al Partito Democratico, diviso in correnti in piena fase precongressuale e al cui interno ci sarebbe più di un pretendente alla poltrona che spetterebbe ad Amenta (si fa insistentemente il nome di Zambuto). Adesso entro il 14 gennaio si potranno presentare le candidature per poi votare il 28.

“Io avrei avuto i numeri per essere eletto – spiega Amenta – ma ho preferito rinviare perché alcuni sindaci hanno chiesto di valutare alcune situazioni e di essere coinvolti pur riconoscendomi di aver lavorato bene. Nel mio intervento finale ho scelto di non spaccare l’Anci: se la mia elezione doveva portare scompiglio, non era il caso né il momento per farla. Orlando presente ha sostenuto questa iniziativa, adesso andiamo avanti”. Amenta conferma inoltre la sua candidatura: “Sarò espressione dell’associazione che ha riconosciuto il mio lavoro di questi cinque mesi, poi vedremo. L’importante è garantire autonomia e coesione e distanza dalla confusione della politica nei territorio. Gli amministratori oggi rischiano tantissimo, anche fisicamente, ci vuole serenità”.

Tra i presenti a villa Niscemi lo stupore è stato grande, visto che tutto sembrava deciso, ma le divisioni interne al Pd avrebbero prevalso dato che erano diversi gli amministratori democratici pronti invece a votare Amenta. Una divisione pare ai massimi livelli del partito, decisi a non mollare su una carica tanto ambita, che però potrebbe portare a conseguenze impreviste. “Noi abbiamo chiesto un nome condiviso, non calato dall’alto – avverte Giulio Tantillo del Pdl – in quel caso ci riserviamo di presentare un nostro candidato di centrodestra”. Un avvertimento neanche tanto velato al centrosinistra che dovrà  puntare su un nome gradito a tutti al pari di Amenta, qualora voglia cambiare candidato, per portare a casa il risultato e non farlo finire vittima degli ennesimi scontri interni.

 


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