Il collegato può attendere? | Ecco tutte le norme a rischio - Live Sicilia

Il collegato può attendere? | Ecco tutte le norme a rischio

Secondo Savona, non ci sono più soldi. Ma adesso come la prenderanno i deputati?

PALERMO – Lunedì pomeriggio riprenderà all’Ars il tormentato cammino dei documenti contabili. Dopo i vari ostacoli incontrati sul percorso, dovrebbe essere la volta buona per la commissione Bilancio per avviare l’esame dei testi. Ma la strada resta ancora in salita. E la più spinosa delle questioni la si è intravista tra le righe di una dichiarazione del presidente della commissione, Riccardo Savona. Parlando dei tempi stretti per approvare il bilancio senza prorogare ulteriormente l’esercizio provvisorio che scade il 31 gennaio, Savona ha detto, tra l’altro che con le variazioni proposte dal governo per tappare il buco del disavanzo come impone la Corte dei conti, “si torna al bilancio pre-assestamento, dunque possiamo votarlo senza problemi considerando che per il collegato non ci sono risorse”. Parole che non hanno trovato eco nelle dichiarazioni di governo e maggioranza ma nemmeno nell’opposizione. Eppure, il “dettaglio” della caduta del collegato alla finanziaria, privo di risorse spiega Savona, è un fatto che potrebbe avere una portata deflagrante all’Ars. Dove si era fatto pressione sul governo nelle settimane scorse proprio per affrontare insieme la manovra e il collegato. Con una finanziaria snella, infatti, era in quest’ultimo che si concentravano le speranze di inserire norme di spesa care ai deputati.

Il governo aveva predisposto quattro disegni di legge collegati alla manovra. Uno, il principale, è rimasto in piedi ma con la copertura economica a rischio. Per gli altri tre si è deciso di rinviare la trattazione perché non sarebbero strettamente attinenti alla materia della sessione di bilancio. I tre ddl “rimandati” sono quello sul personale, che apre la porta ad assunzioni, stabilizzazioni e promozioni, quello su Riscossione Sicilia e quello sulle cave.

C’è poi il collegato principale, che al momento teoricamente resta in ballo. Ma sul quale aleggia adesso lo spettro della mancanza di risorse. Il ddl si compone diciassette articoli e tante norme che vanno dalla gestione del demanio ai contributi per le ex Province. Ci sono ad esempio le agevolazioni per le imprese che hanno sede legale nelle cosiddette “Zes” (Zone economiche speciali) dell’Isola, c’è l’ambizioso progetto per la nascita del “Centro unidirezionale della Regione”, dove dovrebbero trasferirsi tutti gli uffici regionali. C’è poi una norma molto complessa che interviene in materia di aggiudicazione degli appalti pubblici, l’articolo che prevede la possibilità che la Regione subentri alle ex Province accollandosi i mutui accesi e prevedendo anche la possibilità di rinegoziarli, la norma sull’Ast che condiziona il trasferimento di dieci milioni “all’ammissione gratuita a bordo dei mezzi dell’Ast per gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, alle Forze Armate e Corpi dello Stato” e per “gli studenti universitari, gli anziani ultra sessantacinquenni, nonché i disabili”. E ci sono anche stanziamenti per le società sportive, un milione di euro. Senza contare, poi, che il collegato poteva rappresentare la corriera su cui far salire gli emendamenti più svariati dei deputati a caccia di uno straccio di finanziamento per il “territorio”. Da lunedì, certo, se ne potrà capire di più. Ma se il collegato dovesse davvero cadere in disgrazia, il cammino della manovra nell’Ars senza maggioranza potrebbe farsi ancora più complicato.


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