Il corpo di Enrico | restituito all'amore - Live Sicilia

Il corpo di Enrico | restituito all’amore

I funerali del ragazzo di Acireale. E le speranze che restano.

Il corpo è il penultimo legame con l’amore che crediamo di perdere, se qualcuno ci lascia. La progressione del distacco si snoda lungo una mappa di pezzi smarriti a poco a poco. La voce si dimentica quasi subito, se non hai modo di riascoltarla. Gli abbracci che furono prendono residenza in una località abitata dai rimpianti, con la nostalgia degli odori. I lineamenti resistono per un po’, ma si confondono in una memoria che impasta i dettagli. Colui o colei che amavi, che adesso non c’è più, assume le sembianze di un puzzle. Non è semplice ricomporre ciò che gli eventi hanno scomposto.

Ecco perché il corpo è essenziale. Ecco perché degli uomini valorosi e benedetti dalla loro comunità si sono impegnati allo stremo per recuperare Enrico, disperso a Santa Maria La Scala. Si sono mobilitati quegli Ulisse coperti di sale nell’odissea di una ricerca. Hanno retto le onde. Non si sono scoraggiati.

In una simile tragedia, resta, forse, un grammo di consolazione nel pensare che una madre ha, comunque, ritrovato suo figlio, che potrà piangerlo in un luogo stabilito, che potrà portare i fiori e parlargli, mentre le sembrerà di ascoltare una risposta.

Ecco perché diciamo ancora grazie agli eroi dell’impossibile che sono scesi in mare per affrontare la sfida di un corpo che, ai distratti, poteva sembrare cosa da poco, quando, invece, era tutto. Un nobile sentimento della necessità che il sindaco ha riassunto: “E’ doveroso ringraziare i tre sommozzatori, Rosario e Nino Fichera e Giorgio Condorelli. Enrico è tornato a casa e sono certo di interpretare il sentimento di tutta la comunità cittadina che in questi giorni si è stretta alle famiglie colpite da una tragedia che non dimenticheremo mai”.

E’ il corpo che ci manca di più, né riusciamo a consolarci con le parole d’incenso del prete che racconta la storia meravigliosa di una resurrezione. Tu dove sei? Quale incantesimo ti ha tolto alla vista? E come sarà girare per casa e non incontrarti, dopo le esequie, attraversando i giorni in cui la febbre del lutto si addensa in un peso quotidiano che non andrà via?

In tanto confuso sopravvivere, il corpo è il penultimo legame con l’amore che pensiamo di perdere, se qualcuno ci lascia. Poi c’è l’ultimo: la fatica di cercarsi, di amarsi, di toccarsi nell’invisibilità. Solo così impariamo che l’amore, come il mare, non finisce mai.

La cronaca dei funerali (leggi)

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