Il Csm: "Ingroia vada ad Aosta" - Live Sicilia

Il Csm: “Ingroia vada ad Aosta”

Antonio Ingroia

Destini incrociati. Sono stati insieme, accanto, l'uno contro l'altro. Pietro Grasso e Antonio Ingroia restano comunque protagonisti della cronaca. Il nuovo presidente del Senato ha deciso di dimezzarsi la scorta. Per Ingroia la proposta del Csm: trasferimento ad Aosta. Il pm: "Aspetto che il plenum si pronunci, poi deciderò".

La proposta
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ROMA- Da pm di punta della procura di Palermo, alle prese con quella che potrebbe essere una delle pagine più oscure della storia recente italiana, la presunta trattativa tra Stato e mafia, al ruolo di giudice nella tranquilla Aosta: se non deciderà di lasciare la magistratura, sembra essere questo il destino che toccherà ad Antonio Ingroia, leader di Rivoluzione civile, dopo la sconfitta elettorale.

La Terza Commissione del Csm ha bruciato i tempi. E all’indomani dell’apertura d’ufficio della pratica sul suo ritorno in ruolo, ha già deciso: se Ingroia – che sinora non aveva manifestato alcuna intenzione a Palazzo dei marescialli – vuole continuare a indossare la toga può farlo soltanto ad Aosta, unica sede d’Italia nella quale non è stato candidato. Una scelta obbligata, spiegano a Palazzo dei marescialli, e che per questo non aveva alternativa: a imporla è la legge, e in particolare l’articolo 8 del DPR 30 marzo 1957 n. 361, che prevede che i magistrati candidati e non eletti “non possono esercitare per un periodo di cinque anni le loro funzioni nella circoscrizione nel cui ambito si sono svolte le elezionì”. Proprio perciò su questo punto in Commissione non c’é stata discussione: l’accordo è stato pieno tra tutti i sei componenti.

Si è invece dibattuto sulle funzioni da assegnare a Ingroia. La legge in questo caso non prevede alcuna limitazione; invece una circolare del Csm del 2009 ha stabilito che i pm che si candidano in politica, quando rimettono indosso la toga, non possono per cinque anni tornare in procura, ma devono necessariamente svolgere funzioni giudicanti. Di qui qualche dubbio su una restrizione che la legge non contempla ; tanto più, visto che Ingroia nel momento in cui si è candidato alle elezioni non svolgeva più le funzioni di pm, ma stava ricoprendo un incarico in Guatemala per conto dell’Onu, e che il tribunale di Aosta, al quale dovrebbe essere assegnato, è già ad organico pieno. Per questo alla fine la delibera – che dovrà comunque essere approvata dal plenum – è passata con i voti favorevoli dei togati Roberto Rossi (Area) e Pina Casella (Unicost) e del laico del Pdl Annibale Marini, e l’astensione dei consiglieri Alessandro Pepe (Magistratura Indipendente) e Alberto Liguori (Unicost); assente al momento del voto il laico del Pdl Bartolomeo Romano. I dubbi potrebbero essere riproposti tra 15-20 giorni quando presumibilmente la delibera arriverà all’esame del plenum. E sono condivisi anche dal consigliere Antonello Racanelli (Magistratura Indipendente) che della Commissione non fa parte: “personalmente ho perplessità giuridiche sulla proposta di ricollocare Ingroia come giudice ad Aosta in sovrannumero. Ritengo che possa essere destinato ad Aosta come pm”.

Il leader di Rivoluzione Civile preferisce non commentare. “Ingroia – dicono a LiveSicilia gli uomini del suo entourage – preferisce aspettare la presa di posizione definitiva del plenum del Csm. Poi deciderà sul suo futuro in magistratura”.


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