"Il dialetto non si parlerà tra i banchi | Sulla formazione reazioni paradossali" - Live Sicilia

“Il dialetto non si parlerà tra i banchi | Sulla formazione reazioni paradossali”

Intervista all'assessore Centorrino
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Chi immaginava folcloristiche lezioni di siciliano “doc” dal prossimo anno scolastico rimarrà deluso. Piuttosto nelle scuole dell’Isola i ragazzi saranno chiamati a confrontarsi con la storia della Trinacria e con l’evoluzione della lingua, ma non con pittoresche traduzioni siculo-italiano… Il 18 maggio scorso l’Assemblea regionale siciliana ha approvato un ddl contenente le “Norme sulla promozione, valorizzazione ed insegnamento della storia, della letteratura e del patrimonio linguistico siciliano nelle scuole”, ma “non si insegnerà dialetto” chiarisce a Live Sicilia l’assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale Mario Centorrino.

Assessore, a maggio l’approvazione del ddl che porta il dialetto nelle scuole. Cosa cambierà?
“In realtà il ddl non riguarda il dialetto, è stato ‘pubblicizzato’ così ma non c’è alcun accenno al dialetto. Dal prossimo anno scolastico negli istituti di ogni ordine e grado due ore settimanali saranno dedicate alla storia della Sicilia, delle sue istituzioni politiche, all’evoluzione della lingua siciliana”.

Niente lezioni in idioma siculo quindi?
“No. Ci saranno programmi differenziati in base al tipo di scuola ma non ci sarà il dialetto, piuttosto i ragazzi avranno modo di studiare l’evoluzione della nostra lingua. C’è un programma, elaborato dal direttore del Centro di studi filologici e linguistici siciliani Giovanni Ruffino e da altri docenti, che verrà inviato alle scuole bei prossimi giorni”.

E’ previsto l’ausilio di nuovi docenti?
“No, se ne occuperanno i docenti già in servizio. Noi inviamo il programma alle scuole, con la collaborazione dell’ufficio scolastico, e saranno i singoli istituti a organizzarsi di conseguenza. E’ facile immaginare che i docenti più coinvolti saranno quelli di lettere o storia”.

A cosa mirano questi nuovi insegnamenti?
“Vogliamo ripristinare nei ragazzi un senso di appartenenza al territorio, avvicinarli alle loro radici e alle loro tradizioni. Essere siciliani significa avere alle spalle un percorso storico e culturale complesso ed è giusto che i ragazzi lo conoscano. Oggi sta crescendo una generazione di studenti che non conosce il nostro Statuto, non ha idea di come è nato, delle lotte e dei dibattiti che si sono parte intorno a questo importante documento che è come una Costituzione. La conoscenza del passato può certamente aiutare i ragazzi a capire meglio quanto sta avvenendo oggi, a comprendere come la Sicilia stia perdendo una condizione di eccezionalità che le era stata riconosciuta con atti giuridici formali”.

Assessore, non possiamo non farle una domanda sulla formazione professionale. E’ un tema che accende molte polemiche e riscalda subito gli animi. Cosa sta succedendo?
“Succede che da parte dei lavoratori c’è una reazione paradossale a due norme che abbiamo introdotto. La prima è il Durc, il documento che gli enti devono produrre e che attesta la regolarità nel pagamento dei contributi. Oggi gli enti devono presentare questo documento per ricevere i finanziamenti e credo che sia un passo a tutela dei lavoratori. E’ un difesa dei diritti dei lavoratori, che in questo modo sanno che il loro ente di riferimento ha pagato i contributi. La presentazione del Durc doveva già essere una prassi consolidata, noi abbiamo messa in atto e alcuni enti hanno reagito negativamente. E’ paradossale però che reagiscano male anche i lavoratori perché è un passaggio a loro tutela. La seconda norma interessa il costo orario dei corsi”.

Il cosiddetto parametro unico?
“Esattamente. Fino allo scorso anno ogni corso aveva un costo orario diverso, adesso invece abbiamo imposto un costo unico. Mi sembra una conquista di civiltà: non vedo il motivo per il quale lo stesso corso sia pagato in modo diverso a diversi enti. E’ una regola a favore dei lavoratori eppure ci sono state polemiche”.

Come le spiega?
“Ritengo siano due misure che tutelano chi lavora, introdotte per regolarizzare una situazione disordinata. Penso che si sia scombussolato un sistema che andava avanti. La crisi nasce però in seguito a due misure che invece sulla carta aiutano i lavoratori.. è paradossale”.

Difende quindi l’operato di Albert…
“E’ un direttore eccezionale, da centodieci e lode”

E bacio in fronte?
“Sì.. e anche la corona d’alloro… E’ una persona che si dedica al lavoro con grande onestà intellettuale e pulizia morale. Sta cercando di razionalizzare il settore anche affrontando situazioni sgradevoli”.


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