Il dono per l'alleanza mafiosa |L'incontro tra i due boss - Live Sicilia

Il dono per l’alleanza mafiosa |L’incontro tra i due boss

Alfio Santangelo consegna un regalo al reggente degli Scalisi.

CATANIA – Trentanove secondi che raccontano la riverenza dei mafiosi. Alfio Santangelo indossa gli occhiali scuri. Il cappotto piegato portato sul braccio. Scende da una smart bianca, mentre a pochi metri tre picciotti aspettano e osservano guardinghi. Mani in tasca. Sono i cani da guardia del padrino di Adrano, il referente per i paesi dell’Etna per Cosa nostra catanese. Giacca scura, fermo sul marciapiede attende. L’atteggiamento è quello del boss di altri tempi. Si è catapultati agli anni ’90 quando la caratura criminale del padrino si percepiva dalle movenze. Senza ostentazione. Misurate. Ma si percepiva che a comandare era lui e nessun altro.

Alla smart bianca si avvicina un altro boss. Altra statura, altro comportamento, altra andatura. E’ Pietro Maccarrone, boss degli Scalisi, referenti ad Adrano del clan Laudani e storicamente in guerra con i Santangelo. Ma Maccarrone mostra quasi reverenza nei confronti del boss. Il rituale bacio sulle guance. A lui e al suo guardaspalle. È lui ad aprire il portabagagli e Alfio Santangelo allunga le braccia e prende qualcosa. Un dono che porge al reggente degli Scalisi. Maccarrone lo prende in mano e lo ammira. E scatta il secondo bacio sulle guance. Un segno per dire grazie. Ma in questa gestualità si nasconde molto di più. È dare un segnale a chi osserva e guarda. I due boss che controllano la malavita a Adrano si incontrano per strada, senza veli e senza filtri. Il più anziano offre un dono. È una sorta di armistizio tra i due clan. Il patto svelato dall’inchiesta Adranos. Due cosche che hanno deciso di spartirsi gli affari illeciti della città.


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