Il giorno del "Sinnacollanno" - Live Sicilia

Il giorno del “Sinnacollanno”

Palermo 2012. L'appoggio di Faraone
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La prima notizia è questa: Davide Faraone, se non ci sono clamorose sorprese, appoggerà Leoluca Orlando nella corsa per Palazzo delle Aquile, come era già trapelato. Alla presentazione della candidatura del “Sinnacollanno” c’è un uomo molto vicino al ‘rottamatore’ pidino che conferma sornione: “Davide non verrà, ma certo, se io sono qui…”.  La seconda notizia ancora non c’è. Si scioglie in un interrogativo lungo più di un mese. Riuscirà “Luca-Luca-Luca”, acclamato dalla platea del Golden nel giorno del suo esordio ufficiale, in un’operazione rischiosissima e affascinante: cioè saldare il passato col ritorno al futuro? Non è più una sfida sicuramente perdente, secondo le previsioni dei bookmakers di qualche settimana fa. Le primarie rivelano a ogni minuto – tra inchieste e scandali – un olezzo nefasto di catastrofe e aiutano l’indignazione orlandiana, reclamizzatissima, che è il preambolo della “ribellione” con successiva discesa in campo. Raffaele Lombardo, gran tessitore di trame, e i suoi referenti democratici si dibattono in un frangente opaco, per le note vicende giudiziarie del presidente della Regione.

E poi c’è questa folla, caldissima, quasi convenuta per una rockstar, che batte i piedi e urla il suo grido di battaglia: “Luca-Luca-Luca!”. Il protagonista dell’ora è addirittura in doppia effigie. C’è l’Orlando di sopra, nel lenzuolone elettorale, con un sorriso benedicente, fotografato nell’atteggiamento di chi muove un passo benevolo, accompagnato dallo slogan: “Il sindaco lo sa fare”. C’è L’Orlando in carne ossa e sudore. L’Orlando di sotto, al pulpito. Azzarda un bravo collega: “E’ la differenza di due impostazioni. Da Massimo Costa tutto è asettico, perfetto, pulito. Qui c’è l’odore, c’è la fisicità, c’è il sudore”. Sì, c’è l’Orlando “di sotto” che ruscella, con l’ausilio caritatevole di un fazzoletto. Più grassottello dell’Orlando di sopra e anche più combattivo. In sala una umanità votante variegata. Pezzi della Primavera: Arcuri, su tutti. C’è Pino Toro, gratificato da una citazione, con “la sua lotta dal basso, grazie a Città per l’uomo”. C’è il prof rifondarolo Giusto Catania col sorriso spalancato. C’è qualche malpancista di Sel che se la prende con Vendola “e la scelta sciagurata di appoggiare Ferrandelli”. C’è una mamma che svela al suo bambino chi sono e chi furono i signori presenti. C’è un omone con i baffi che soffre per la copiosa sudorazione del suo mito e porge a “Luca-Luca-Luca!” un paio di fazzolettini di carta.

E c’è Leoluca Orlando. Come va? In alcuni passaggi – nella sua idea del ritorno al futuro – grintoso e brillante. In altri, affaticato. Sempre alle prese con le suggestioni letterarie del suo narrare. Infatti ripete la parabola della Gesip in piazza accanto ai turisti tedeschi per illustrare, ancora una volta, le contraddizioni palermitane. Si candida e lo dice in diverse lingue, concludendo con un “Sugnu candidatu”. La cavalcata ha inizio con un ringraziamento a Rita Borsellino, con guanto di guerra sul tappeto: “Non si può accettare la mortificazione di primarie inquinate, basta con l’inciucio. Grazie a Rita per il suo impegno e per la sua denuncia. Quando sarò sindaco, perché io sarò sindaco (il frastuono è assordante: “Luca-Luca-Luca!”) costruirò una città accogliente e solidale. Aprirò il portone di Palazzo delle Aquile in primo luogo a coloro che non hanno votato per me. Noi ci mettiamo la faccia”.

Segue una sconfinata serie di “Occorre” che un pochino annoia il pubblico. “Occorre mettere insieme le risorse. “Dal punto di vista finanziario siamo porta cu porta cu’ spitali (la scelta del siciliano per sbeffeggiare le anglofonie di Costa?). Palermo sarà nuova. Occorre una squadra di persone competenti, la metà sarà di donne”. Solidarietà ai dipendenti comunali “che hanno sopportato dieci anni di angherie” Tram, metropolitana, Gesip (“occorre eliminare la vergogna della Gesip, cancellando gli amministratori amici, compari e compagni di letto di assessori, diventati tiranni insopportabili”) nel calderone, i turisti “che verranno a Palermo se i palermitani vivranno bene”. Un pensiero ai cani e ai gatti e al rispetto dovuto agli animali, anche se non votano. Una carezza al corpo di ballo cittadino. Una sferzata: “Basta con i mega-centri commerciali”. Tutto “per una stagione che metta insieme visione e azione”.

Più che le parole, forse, conta l’entusiasmo degli orlandiani vecchi e recenti in platea. Alla fine, “Luca-Luca-Luca!” si sottrae a fatica alla calca. Si ferma davanti ai cronisti. Sbeffeggia: “Lombardo? Non sparo sulla croce rossa”. E gongola: “Mi pare che mi finiu buona”.
Vedremo, Professore. Ma perché come colonna sonora i suoi hanno scelto proprio la canzone di Ligabue che accompagnava i viaggi elettorali di Davide Faraone: “Il meglio deve ancora venireeeee”? Un omaggio all’alleanza? Finora, si sa, non ha portato bene.


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