CATANIA- Un’opera faraonica da 814 milioni di euro in una terra popolata da cattedrali nel deserto, un collegamento nevralgico tra due aeroporti e una cordata franco-italiana che ha come azionista di maggioranza un imprenditore di peso (anche e soprattutto politico): Vito Bonsignore, potente imprenditore del Ncd cugino del senatore Pino Firrarello. Ecco il grande affare della Ragusa-Catania, al quale il mensile “S” in edicola e disponibile online (CLICCA QUI) dedica uno speciale firmato da Roberta Fuschi. Il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha firmato la convenzione interministeriale che dovrebbe sancire il via libera all’opera. Gli ultimi due passaggi riguarderanno una conferenza dei servizi per illustrare il progetto esecutivo e la registrazione presso la Corte dei Conti.
Lo strumento cardine è il progetto di finanza che vede il coinvolgimento di privati nella realizzazione e nella futura gestione dell’opera. La società di progetto che si è aggiudicata la realizzazione dell’opera è l’ “Autostrada Ragusa-Catania Srl”, costituita da una associazione di imprese composta da Silec spa, Mec spa, Egis Projects e Tecnis spa. La percentuale di spesa è ripartita tra privato e pubblico. Il grosso dei fondi per la realizzazione del raddoppio la metteranno di tasca propria i privati (circa il 55%) in cambio di una concessione che dovrebbe avere una durata di trentanove anni e cinque mesi. La concessione comprende anche i quattro anni e cinque mesi previsti per la progettazione e costruzione del raddoppio. Il restante 45% proviene dal salvadanaio di Anas e Regione. Nello specifico il quadro finanziario specifica l’ammontare di queste somme: 448 milioni di euro di capitale messi a disposizione dai privati, 149 forniti da Anas e 217 legati ai fondi regionali Par Fas 2007-2013.
Dalla gestione e dai pedaggi verranno gli utili per i soggetti promotori che pagano un canone di concessione allo Stato. Allo scadere della concessione, l’ente pubblico potrà optare tra varie scelte: assumere la gestione diretta dell’opera o bandire un’altra gara per rinnovare la concessione, oppure trasferire la proprietà al concessionario. Lo strumento del project financing prevede una gara a evidenza pubblica per selezionare le due migliori offerte ponendo come base d’asta il progetto presentato dal promotore che vanta un diritto di prelazione. “Pertanto, egli potrà adeguare la proposta alla migliore offerta della procedura negoziata, risultando aggiudicatario della concessione. Qualora il promotore non risultasse aggiudicatario, rimarranno a carico del soggetto aggiudicatario il rimborso delle spese”, si legge nella scheda della Camera.
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