"Il licenziamento è illegittimo" | Cefop, reintegrati tre dirigenti - Live Sicilia

“Il licenziamento è illegittimo” | Cefop, reintegrati tre dirigenti

Il giudice del lavoro di Termini Imerese riconosce il diritto al reintegro per tre direttori, licenziati nei mesi scorsi. Licenziamento illegittimo anche per altri 13 dipendenti. Ma per loro, nessun reintegro: solo un risarcimento. I commissari: "Il giudice ha confermato la correttezza delle nostre procedure".

PALERMO – Il licenziamento è stato illegittimo, ma per tredici lavoratori del Cefop, per il momento, nessun reintegro. Buone notizie invece per tre ex dirigenti dell’ente di Formazione in amministrazione giudiziaria: per Vincenzo ed Eugenio Agnello (nipoti dell’ex presidente Nino Perricone) e Maria Leone, difesi dagli avvocati Giuseppe Ribaudo e Francesco Carità, il giudice del lavoro di Termini Imerese ha riconosciuto il diritto al reintegro, dopo i licenziamenti di massa che hanno messo alla porta oltre 300 dei quasi mille dipendenti dell’ente.

“Il giudice in accoglimento delle tesi dei difensori – dichiara l’avvocato Ribaudo – ha ordinato la reintegrazione nel posto di lavoro, in quanto la scelta dei direttori da licenziare non poteva avvenire su base esclusivamente ‘fiduciaria’. In particolare si legge nella sentenza testualmente: ‘La scelta del personale dirigente da licenziare doveva avvenire secondo i criteri previsti nell’accordo sindacale del 7 dicembre 2012 che non conteneva alcun accenno alla facoltà del datore di lavoro di effettuare la scelta del lavoratore da licenziare sulla base di un non ben definito rapporto fiduciario’”.

Discorso diverso per gli altri tredici, tra amministrativi e formatori, per i quali il giudice ha accolto il ricorso contro il licenziamento, ma non ha disposto il reintegro. “Il mancato reintegro – spiega sempre Ribaudo – è legato al fatto che, con la nuova legge Fornero, il reintegro è previsto solo in caso di licenziamento dovuto ad atti discriminatori. Il giudice ha definito il licenziamento dei tredici dipendenti illegittimo, ma non discriminatorio. Ma siamo pronti a opporci a questa decisione, visto che il giudice ha comunque sottolineato la discrezionalità alla base della scelta del personale da licenziare”. Ai lavoratori, comunque, è stato riconosciuto un indennizzo pari a 24 mensilità.

“Noi – spiegano i commissari del Cefop Bartolo Antoniolli, Giuseppe Benedetto e Ciro Falanga – siamo soddisfatti delle pronunce del giudice. Nel caso dei dipendenti, infatti, ha sottolineato solo che il ricorso può essere accolto a causa di un difetto di comunicazione. Ma viene anche confermata la correttezza delle procedure che abbiamo messo in atto. Sui due dirigenti, la situazione è diversa. Vedremo di adeguarci alle disposizioni del giudice, magari riaprendo la selezione ai 18 dipendenti che ricoprivano la posizione di dirigente. Ma vogliamo sottolineare – aggiungono – che molte altre sentenze hanno del tutto respinto il ricorso dei lavoratori. Insomma, giudici di tribunali diversi hanno spesso sentenziato in maniera differente”.

Ma i legali dei dipendenti incalzano: “Il giudice – aggiungono – ha eccepito l’infondatezza e la illegittimità del provvedimento di licenziamento adottato dall’ente. Secondo noi, in effetti, le procedure di licenziamento collettivo risultavano viziate, poiché non sono stati osservati i criteri di scelta pattuiti con le organizzazioni sindacali,e quindi, i Commissari liquidatori dell’ente hanno operato i licenziamenti in modo del tutto arbitrario, non tendo conto delle esigenze tecnico produttive, dell’anzianità di servizio e del carico familiare”. E la sentenza, ovviamente, apre un varco per i ricorsi degli altri licenziati dall’ente attualmente in mano ai commissari straordinari.


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