Il manuale del perfetto renziano | Come sopravvivere in Sicilia - Live Sicilia

Il manuale del perfetto renziano | Come sopravvivere in Sicilia

Come si fa a diventare renziani, soprattutto in Sicilia? Ecco alcune regole da non dimenticare per conquistare il posto o per non perderlo, se siete già nel rosso dell'uovo del potere.

Satira politica
di
3 min di lettura

Prima c’erano i lombardiani, tutti baffetti, foglietti di carta mangiucchiati e antimafia da confezione regalo. Ora ci sono i renziani, pure quaggiù. Noooo, non si tratta di un vero cambiamento dei compagnucci pidini, piuttosto di un travestimento per il rinnovato morso alla mela rossa del potere. Soprattutto i neo-convertiti sentono un disperato bisogno di salire sul tram (non ancora a Palermo). Niente paura, a beneficio di chi è già a bordo e di chi si attarda, ecco un breve manuale del perfetto renziano, declinato un po’ alla siciliana. Qui c’è quello che serve per  conquistare o mantenere poltrona e stipendio.

Regola numero uno. Principio fondamentale: Matteo Renzi è l’illuminato calato dal cielo per salvare un Paese che, prima di lui, abitava nelle spelonche e non aveva la luce, nemmeno elettrica. In ogni discorso pubblico o privato è bene esprimere i contenuti e le forme della vera fede, in calcolata posa retorica. Anche se, sotto sotto, viene un tantino da ridere.

Regola numero due. Il disaccordo va trattato come un’eresia. Chiunque ha diritto di parola, ma, se dissente, non conta più nulla. Eretici ed eresiarchi saranno prima o poi internati in un campo di concentramento e dovranno guardare tutte le mattine il replay di un famoso incontro fra un certo Bersani e Beppe Grillo.

Regola numero tre. Rosario Crocetta è uno spiacevole incidente della storia. Capitò. E siccome è obbligatorio tenerselo sul gozzo, facendo buon viso a cattivo gioco, meglio abbozzare. Quando qualcuno parla di lui e del Partito del Chissenefrega, bisogna fingere di essere sordi e avere dimenticato l’apparecchio acustico a casa.

Regola numero quattro. I siciliani sono briganti, lestofanti e piagnoni. Un popolo da decimare, da rinchiudere. E chi è al tempo stesso siciliano e renziano? Per il pentimento, può bastare un corso di fiorentino antico, o l’iscrizione del primogenito ai figli della lupa gigliata, gruppo di studi di prossima costituzione.

Regola numero cinque. Si fa divieto di pronunciare la parola ‘trazzera’. Autostrada si può dire, ma con molta, molta circospezione e mai davanti a Delrio.

Regola numero sei. Il renziano doc ha da essere magro, con una pettinatura da falchetto in decollo, anzi longilineo: qualcosa a metà tra un manager e una foto da barbiere. A tal proposito, sembrano assai malmessi il segretario del Pd regionale Fausto Raciti, con la sua fisionomia degregoriana sofferta e l’uomo macchina del partito, Antonio Rubino, che addirittura sfoggia un’allegra e spensierata pancia.

Regola numero sette. Tutti possono diventare renziani, se servono, anche Totò Cardinale.

Regola numero otto. E’ molto opportuno un look social. Sei in difficoltà? Piazza un selfie. Il Festival dell’Unità di Palermo si è risolto in un pianto, in una parata di paracarri e mendicanti di briciole al cospetto dei proconsoli? Basta un post su facebook e si risolve tutto.

Regola numero nove. L’autentico e unico sovrano della Sicilia è Graziano Delrio. Diffidare delle imitazioni, specialmente se democratiche.

Regola numero dieci. Alla fine, ciò che conta è il potere, con il suo ghiotto frutto proibito. Oggi comanda Matteo, domani chissà. Meglio, dunque, prepararsi l’alibi per dimostrare, all’occorrenza, di non essere mai stati renziani, scattando qualche accorto selfie sulla trazzera grillina.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI