Erano stati citati a giudizio dalla Corte dei conti che aveva chiesto loro un maxi-risarcimento per i danni derivanti dalla mancata raccolta differenziata. Ma gli ex governatori Rosario Crocetta e Raffaele Lombardo, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il suo predecessore Diego Cammarata e altri politici e funzionari (Michele Pergolizzi, Giuseppe Barbera e Cesare Lapiana) sono stati assolti dalla Sezione giurisdizionale guidata da Guido Carlino.
Il danno contestato era di nove milioni di euro. Ridotto, dopo una prima contestazione della Procura da oltre 20 milioni di euro. Così era stata ripartita la cifra del presunto danno erariale: Raffaele Lombardo (971 mila euro), Rosario Crocetta (628 mila), Diego Cammarata (179 mila euro), Leoluca Orlando (3 milioni e 781 mila euro), Michele Pergolizzi (179 mila euro), Giuseppe Barbera (2 milioni e 734 mila euro), Cesare Lapiana (un milione e 47 mila euro).
Ciascuno degli indagati, secondo la tesi dell’accusa, in base al proprio ruolo, avrebbe contribuito negli anni al caos rifiuti. Crocetta e Lombardo perché un’ordinanza del 9 luglio 2010 attribuiva al presidente della Regione in carica il ruolo di “Commissario delegato per il superamento della situazione di emergenza in atto nella Regione nel settore della gestione dei rifiuti”. Orlando, Cammarata e gli ex assessori invece sono stati chiamati a rispondere del danno in quanto il Comune riveste il “ruolo di gestore del servizio della raccolta differenziata”, oltre ad avere “il compito di verificarne lo stato di attuazione”.
La Sezione giurisdizionale, come detto, non ha aderito alle accuse della Procura, assolvendo tutti i politici coinvolti. Dapprima, riducendo il danno potenzialmente contestabile a poco meno di 400 mila euro (solo il danno derivante dal pagamento del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi). Poi, escludendo del tutto la possibilità di accertare la responsabilità di ex governatori, sindaco ed ex sindaco. “Allorquando – si legge nella sentenza – il raggiungimento dello scopo-fine dipenda anche – ma non solo – dal raggiungimento dello specifico scopo-mezzo rimesso all’esclusiva responsabilità della pubblica amministrazione nel rispetto del riparto di competenze stabilito fra i soggetti pubblici coinvolti, per l’accertamento della responsabilità amministrativa è necessaria la previa individuazione di tale scopo-mezzo e il riscontro del suo mancato raggiungimento, poiché in relazione a questo va valutata la condotta esigibile”.
Insomma, troppi i soggetti responsabili della gestione dei rifiuti e troppe le cause e le concause alla base di un potenziale disservizio, per potere individuare un chiaro responsabile dell’eventuale danno all’erario. Non sarebbe stata chiarita, nel dettaglio, nemmeno l’azione che i politici coinvolti avrebbero dovuto mettere in campo. “La contestazione – salvo il caso limite dell’assoluta assenza di qualsivoglia iniziativa in materia o della presenza di interventi così marginali da non poter essere ritenuti in alcun modo significativi – avrebbe dovuto prendere le mosse – scrivono i magistrati contabili – dalla mancata realizzazione di una rete di raccolta differenziata delineata, sotto il profilo dimensionale e delle sue possibili articolazioni (raccolta porta a porta, raccolta di prossimità etc.), in misura tale da essere ritenuta idonea, concorrendo gli altri fattori esterni (fra cui la corretta adesione della collettività), per la realizzazione dello scopo-fine di cui si tratta”. Insomma, una sentenza di condanna “lambirebbe l’area della responsabilità di posizione – spiegano sempre i giudici – con il connesso rischio, non accettabile, di essere sostanzialmente ingiusta”.
A Crocetta (difeso dagli avvocati Alessandro Dagnino e Ambrogio Panzarella), Lombardo (difeso da Antonio Francesco Vitale), Orlando (difeso da Massimiliano Mangano e Giuseppe Geremia), Cammarata (difeso da Alberto Stagno d’Alcontres), Michele Pergolizzi (difeso da Tiziana Milana), Giuseppe Barbera e Cesare La Piana (difesi entrambi da Federico Ferina), è stata riconosciuta anche la liquidazione delle spese legali.