MESSINA – Prendere spunto dal celebre film di Massimo Troisi è fin troppo semplice, scontato e banale ma rende bene l’idea. Il Messina ricomincia da tre, come i gol rifilati al Siracusa, come le reti già messe a segno da Demiro Pozzebon in gare ufficiali e come i punti presi dopo la prima giornata, come non accadeva da diverse stagioni. Insomma il numero perfetto questa volta ha davvero portato bene ai giallorossi, che in un colpo solo hanno spazzato via i dubbi nati in seguito alla crisi tecnica di due settimane fa, conclusa con l’allontanamento dei Vittorio Tosto prima e di Valerio Bertotto poi. Tatticamente la gara contro gli aretusei ha lasciato tanti spunti interessanti, consegnando alla platea peloritana una squadra vogliosa di vincere per iniziare la stagione con il piede giusto, ma soprattutto per presentarsi all’atteso derby del “Granillo” con il vento in poppa. Partiamo dai singoli, ovviamente i titoli se li è presi tutti l’ex attaccante della Lucchese, che prima ha realizzato il rigore dle vantaggio alla mezz’ora, poi ha sbagliato il penalty del 2-1 a 10 minuti dal termine per poi farsi perdonare appena due giri di lancetta dopo, prima di partecipare al gol che ha chiuso il match. Demiro Pozzebon, attaccante di poche parole, capace di non tirarsi indietro se c’è da fare la guerra, esattamente com’è successo con Diakitè per quasi tutta la gara. Incoraggianti anche le prestazioni di Milinkovic, Foresta e Palumbo.
Il giocatore di origini serbe ha fatto vedere di possedere un piedino niente male oltre alla corsa, tanto da far ammattire Brumat con la gentile collaborazione del centrocampista scuola Crotone, ed ecco formata la premiata ditta che ha confezionato l’azione da cui è nato il rigore del vantaggio. Bene anche Palumbo, che ha impressionato per la buona condizione fisica, nonostante non giocasse dal grave infortunio di dicembre. Ma quella contro gli aretusei non è stata una vittoria dei singoli, Sasà Marra nonostante i pochi giorni a diposizione ha lavorato bene sulla testa dei suoi ragazzi, che dopo qualche timore iniziale si sono sciolti mettendo la gara sui giusti binari. In campo si è visto un Messina formato da giocatori che lottano, ma soprattutto che non hanno alcuna paura di rischiare la giocata o il tiro da fuori. Si è vista anche una certa duttilità tattica come testimonia il passaggio al 3-5-2, tanto caro al tecnico campano a cui va anche riconosciuto il merito di non aver cancellato quel possesso di palla di “bertottiana” memoria, con l’azione che deve partire già dal limite della propria area di rigore, nonostante il pressing avversario. Di negativo c’è stata la prestazione dell’estremo difensore Russo, che ha sulla coscienza il gol del momentaneo pareggio ospite, dopo una serata in cui non è riuscito a trasmettere sicurezza al reparto.
Ancora insufficente lo stato di forma di elementi come Ionut e Madonia, che avranno sicuramente tempo e modo di rimettersi al passo con i compagni. Poi c’è una rosa da completare, i tanti giovani presenti domenica sera in panchina al momento non danno le dovute garanzie ed il solo cambio operato nell’arco dei 94 minuti da Marra deve essere un segnale che la società deve recepire forte e chiaro. I probabili ritorni di Rea e Maiorano possono essere utili, con il primo chiamato a dare ulteriore esperienza ad un reparto difensivo attualmente ridotto all’osso, mentre il centrocampista campano darebbe maggiori soluzioni per la linea mediana. Per il momento il Messina si deve accontentare di aver ricominciato da tre, il numero perfetto che non è mai stato così dolce.