"Il mio bambino è scomparso" | Il pm chiede l'archiviazione - Live Sicilia

“Il mio bambino è scomparso” | Il pm chiede l’archiviazione

Nell'ecografia agli atti della cartella clinica, sequestrata dalla polizia, c'è un solo feto.

Catania
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CATANIA – C’è un solo feto nell’ecografia agli atti della cartella clinica, sequestrata dalla polizia nell’ospedale di Caltagirone (Catania), della nigeriana di 25 anni che il 9 dicembre scorso ha partorito un neonato di 3,5 chilogrammi, denunciando di essere in attesa di due gemelli, sostenendo che uno dei due non le sarebbe stato consegnato. E’ quanto emerso da una perizia medico legale agli atti dell’inchiesta aperta dal procuratore Giuseppe Verzera che ha chiesto l’archiviazione del fascicolo che ha accertato che i due tracciati eseguiti a 35 minuti di distanza hanno rilevato lo stesso cuore, e non quelli due feti. La donna, rappresentata dall’avvocato Tommaso Tamburino per conto del Cara di Mineo, dove è ospitata, ha presentato opposizione sollecitando degli approfondimenti, compresi gli esiti di ecografie eseguite in Libia e la testimonianza di una migrante che era presente in ospedale al momento del parto. L’udienza camerale si è già svolta e il Gup non ha ancora sciolto la riserva.

Per la Procura di Caltagirone i periti medico legali hanno “acclarato la totale insussistenza, in capo alla gestante, di una gravidanza gemellare, riconducendo l’evidente discrasia creatasi fra gli esami dell’ospedale Santo Bambino di Catania e il parto monofetale” della donna “alla scarsa attendibilità dei tracciati cardiotocografici effettuati nel nosocomio etneo”. Per il Pm “la metodica di rilevamento è stata errata e gravemente censurabile sotto il profilo clinico” che ha portato “a un’errata diagnosi”. Secondo la Procura di Caltagirone “tutti gli esami strumentali effettuati depongono per una gravidanza monofetale”, mentre la donna “ritenesse di essere portatrice di una gravidanza gemellare in seguito a errate diagnosi effettuate nel suo Paese d’origine nelle prime fasi della gravidanza, quando più alto è il rischio di un errore diagnostico”. Per questo il procuratore Giuseppe Verzera e il sostituto Vincenzo Calcagno D’Achille hanno chiesto al Gup Cavallaro l’archiviazione del procedimento. “Non condivide l’istanza della Procura” l’avvocato Tommaso Tamburino che, per conto della donna e del Cara di Mineo, ha presentato opposizione e chiesto, contemporaneamente, “l’iscrizione nel registro di reato” dei potenziali indagati e “principalmente dei componenti l’equipe medica dell’ospedale di Caltagirone”.

Nella prosecuzione delle indagini preliminari il penalista chiede al Gup che nomini un collegio di periti per valutare la natura gemellare o meno della gravidanza, avvii una rogatoria internazionale per acquisire le cartelle cliniche della donna nell’ospedale Al Bayan di Tripoli, assuma a sommarie informazioni il marito, che è in Toscana, siamo identificate e sentite le tre dottoresse che avrebbero collaborato con il medico che ha eseguito l’ecografia, e siano acquisire le cartelle cliniche dell’ospedale di Caltagirone di tutte le donne di colore che sono state ricoverate e che hanno partorito in prossimità del parto della migrante. Quest’ultima richiesta è legata alla dichiarazione di un’amica della donna: “ero seduta fuori dalla sala operatoria e ho visto dopo due ore circa uscire un’infermiera con un culla contenente due bambini di colore”. Testimonianza che è stata ribadita e confermata alla Questura di Lecco. Il Gup si è riservato di decidere. (ANSA).

 

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