Il paese dei Bunga Bunga - Live Sicilia

Il paese dei Bunga Bunga

E va bene, oggi è inutile parlare d'altro. Nemmeno un marziano atterrato a piazza Politeama o un'intervista in cui Dio dichiara di essere siciliano potrebbero cambiare la ragione sociale del "Bunga Bunga day".
Lo scandalo del giorno
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E va bene, oggi è inutile parlare d’altro. Nemmeno un marziano atterrato a piazza Politeama o un’intervista in cui Dio dichiara di essere siciliano potrebbero cambiare la ragione sociale del “Bunga Bunga day”. In questo giovedì grasso inaspettatamente ricco di femminilità morbosa, candida e mediatica, Livesicilia – che di solito vola – è nell’orbita del contatti.  Il pezzo più letto? Il “Bunga pezzo”. E che c’erano dubbi? E uno fa le inchieste, stimola i pensieri, o almeno ci prova, intervista, sente, polemizza… Il Bunga Bunga vince. Trionfa. Oltretutto è semplice da ripetere. Non siamo bacchettoni. Facciamo parte del gioco, anche se cerchiamo di essere una particella meno stupida di altre. Abbiamo l’alibi locale per bunghizzarci felicemente: Emilio Fede, coinvolto nel pasticcio, è siculo. Sicula di vecchia residenza è la ragazza, minorenne, che non sembra tale a una superficiale strusciata oculare con le libidinosissime foto pubblicate di qua e di là. Che culo (noi per la fortuna, non la tipa), che ghiottoneria. Lei ha detto, accorata: “Sono amareggiata, la mia verità è stata manipolata”. Silvio Berlusconi dal canto suo ha risposto: “Non mi occupo di spazzatura mediatica. Io sono una persona di cuore e quindi mi occupo dei problemi delle persone”. Peccato che non tutti i cittadini trattenuti nelle questure e nelle caserme possano contare sul muscolo cardiaco di un potente. No Bunga Bunga, no party? Sicuramente non esci.

Ma, per piacere, cancellate pure le ultime parole. Sono un tantino moralistiche, non c’entrano col contesto. Non valgono nulla, nada de nada,  in questo sereno rimpallo tra lettori e giornalisti egualmente rincoglioniti. Infatti, il presente articolo è stato scritto per la bieca e conveniente prassi di dare alle pupille che sfogliano i giornali – pure quelli online – la melassa che cercano. Domani, tramontato il “Bunga Bunga day”  torneremo a parlare di Spatuzza, delle stragi, della Sicilia, della politica. Domani torna la vita. Che noia. Che barba. Che noia.


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