(rp) La storia più bella si racconta prima del calcio d’inizio. Delio ha gli occhi come il suo cognome, mentre incede senza sussiego verso la panchina. Tra il mister di ritorno e il tifo rosanero si è cementato un legame che non è solo di pasta calcistica. C’è l’umanità di una persona e di un popolo che si sono conosciuti e si sono innamorati. Delio, uomo schivo, ha catturato i cuori dei tifosi con la sua semplicità. E poi è un bravissimo tecnico. Uno che sa costruire le squadre e le fa venire su bene, se gli si concede il tempo necessario, se si capisce che i giovani possono e devono sbagliare, per diventare grandi e maturi. Fine di ogni bellezza.
Cari lettori, all’ottantanovesimo avevamo scritto un altro pezzo che abbiamo dovuto buttare via. Anche il Palermo si è buttato via. Un incredibile e scellerato Palermo, capace di risalire dalla sua crisi, sia pure con passo incerto, per poi consegnarsi a uno psicodramma. Due a zero al novantesimo. Due a due, al termine del recupero. Parolo e Giaccherini le sigle dell’angoscia.
Si riparte da un pareggio contro un Cesena geometrico e asfittico. Un pessimo brodino per un finale di campionato da onorare, in vista dell’appuntamento di Coppa. Come è andato il Palermo? Così così fino al novantesimo, prima del crollo. La squadra è evidentemente ingrippata in una sue crisi tecnica e psicologica, da cui ha le risorse per uscire, se l’ambiente sarà compatto. Lo stadio si è subito spaccato. Gli ultras hanno fischiato, non digerendo lo smacco del “Massimino”. Il resto del pubblico ha applaudito. Rosanero inceppati, ma di qualità. Il redivivo Liverani non corre. Tuttavia distribuisce palloni da mastro della pennellata. Al 4′ Fabio scodella per Balzaretti che serve Kurtic. Schema da play station, uno a zero per i rosanero. La gara scorre su un binario di noia. Pinilla di testa potrebbe raddoppiare, Antonioli trae fuori dai sui anziani garretti un intervento da giovanotto. Il bianconero Malonga fornisce ai suoi l’illusione del gol, colpendo l’esterno della rete. Sullo smorzare del tempo, Balza ri-traversa in mezzo. Pinilla di coscia raddoppia. Il secondo tempo si conduce per onore di firma. Il Cesena, nel frattempo, ha protestato per due possibili rigori. Non c’erano. I rosanero giochicchiano, mentre il pubblico si divide tra critici e laudatores. Sirigu vola da campione per deviare un tiro di Giaccherini. L’orologio incalza la noia. C’è caldo al “Barbera”. Da segnalare un fallaccio su Pinilla del giustamente espulso Von Bergen e poco altro.
Moriva qui, l’articolo precedente, caro lettore rosanero. Dobbiamo aggiungere un’amarissima appendice. E’ finita due a due. Uscita malandrina di Sirigu e rete di Parolo. Bambola generale e rasoterra letale di Giaccherini. Clamoroso al “Barbera”.