Il Papa, la Madonna, gli avversari | De Luca: “Ecco perché ho vinto” - Live Sicilia

Il Papa, la Madonna, gli avversari | De Luca: “Ecco perché ho vinto”

L'intervista. Il nuovo sindaco: "Musumeci con me non è stato corretto. I miei rivali? Scarsi.La chiamata del Pontefice? Ecco come è andata".

Non ha vinto. Ha stravinto, correndo da solo contro un candidato sostenuto dall’intero centrodestra. Ma Cateno De Luca, nuovo sindaco di Messina, non vuole parlare di “miracolo”. Nonostante una telefonata giunta dall’alto, poche ore dopo la vittoria.

Sindaco De Luca, davvero l’ha chiamata Papa Francesco?

“Certo che è vero, è stata per me una grande sorpresa e una enorme emozione”.

Sicuro che non si sia trattato magari di uno scherzo?

“Ci ho pensato anche io. Credevo fosse, che ne so, una chiamata de ‘La Zanzara’ o di qualche trasmissione simile. Poi ho capito che era davvero lui”.

Ce la racconti questa telefonata. Che succede quando chiama il Papa?

“Mi è giunta una chiamata da un numero ‘sconosciuto’. Di solito non rispondo a queste chiamate. Stavolta l’ho fatto. Dall’altra parte una voce femminile si è presentata come la Segreteria di Stato Vaticana, quindi mi ha passato il Papa”.

Che si sarebbe complimentato con lei per l’omaggio e il ringraziamento alla Madonna dopo la vittoria al ballottaggio…

“… esatto. Mi ha detto di avere apprezzato molto quel gesto. Alla fine, abbiamo recitato insieme un’Ave Maria. Abbiamo infine concordato un’udienza privata”.

Insomma, anche l’aspetto religioso colorerà i suoi ricordi. Ma lei non vuole sentir parlare di ‘miracolo’ quando si accenna alla sua vittoria. E allora ci spieghi lei: perché ha vinto?

“Direi innanzitutto perché sono scarsi gli altri, cioè i miei avversari. Conosco molto bene la classe politica messinese. Ne conosco, cioè, i limiti e l’enorme presunzione che la caratterizza”.

Quindi se l’aspettava? Anche con questi numeri? Quasi il doppio dei voti del suo avversario…

“Diciamo che questa vittoria non è frutto del caso. Ho pianificato tutto, fin dal primo momento. E il mio avversario mi ha anche dato una mano”.

In che senso?

“Soprattutto negli ultimi giorni Bramanti mi ha attaccato violentemente, non solo dal punto di vista politico. E così mi ha fatto guadagnare altri punti. Alla fine credo che l’abbiano abbandonato anche i suoi…”.

Cioè i partiti di Centrodestra che si presentavano uniti contro di lei.

“E che hanno sbagliato a candidare Bramanti. Ma lui ci teneva davvero e si è imposto attraverso il presidente Musumeci. Questo è il risultato”.

Eppure si era parlato di un vostro avvicinamento, di una possibile intesa. Ha mai pensato di accordarsi con Bramanti? In fondo anche lei è stato eletto all’Ars con un partito di centrodestra.

“Non ho mai pensato di allearmi con Bramanti. Nemmeno per un minuto. Mi hanno chiesto di fare l’assessore, semmai, e ho detto di no. Mi hanno chiesto anche di candidarmi alla guida di tutto il centrodestra, ma sono andato dritto per la mia strada”.

Del resto, in questi ballottaggi sembra siano stati premiati i candidati che si sono tenuti il più lontano possibile dai partiti tradizionali.

“È proprio così. Credo che anche questa sia stata per me una carta vincente. Non mi interessava correre per questo centrodestra siciliano”.

Lei però, ecco uno dei paradossi di queste elezioni, non ha eletto nessun consigliere. È un sindaco senza un uomo in Consiglio. Come pensa di risolvere questa situazione?

“Ci sto lavorando da tempo e una soluzione c’è già. Io proporrò un ‘Contratto per Messina’, rivolto ai singoli consiglieri, senza l’intermediazione dei partiti. Casomai, saranno loro a vedersela con i loro partiti, non io. Siamo già una quindicina”.

Che vittoria è questa? Che valore dà a questo successo?

“Per me non era solo una partita politica. È stata la mia sfida più importante, la più faticosa. È stato il tentativo di presentare un modo diverso di fare politica, ma anche di indicare una nuova idea morale, sociale per Messina”.

Adesso lascia l’Ars. Al suo posto va Danilo Lo Giudice, amministratore a lei vicinissimo. Come si comporterà nei confronti di quella maggioranza con cui lei ha fatto la guerra nel corso di queste elezioni?

“Sì, Danilo l’ho cresciuto io, lo posso dire senza paura di smentite. Credo che si muoverà un po’ come ho fatto io: si iscriverà intanto al gruppo Misto, poi nei confronti del governo Musumeci non farà né la guerra, né la pace, nel rispetto delle istituzioni. Nonostante il governatore non sia stato, con me, molto corretto”.

Che vuole dire?

“Non ho mai visto un presidente della Regione spendersi tanto per una campagna elettorale amministrativa. Lo trovo un comportamento volgare dal punto di vista istituzionale. E lo stesso ha fatto l’assessore alla Salute Ruggero Razza. Pazienza, fa tutto parte della campagna elettorale”.

Torniamo al tema politico. L’esito di queste elezioni va racchiuso nella cornice delle amministrative o ha anche un valore più generale?

“Credo che queste elezioni, non solo quelle di Messina, lancino un messaggio molto chiaro ai partiti: la gente è stanca di vedere le casse pubbliche usate come bancomat. La gente è stanca dei vecchi partiti”.


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