Schifani, l'A19 e la 'guerra' ai burocrati

Il paradosso dell’A19 e le parole di Schifani sui burocrati ‘raccomandati’

Le code, i dirigenti e l'affondo del presidente
LE POLEMICHE
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L’attesa ‘domenica bestiale’ sull’A19, la famigerata Palermo-Catania, per via dei cantieri, non c’è stata. Qualche disagio si è pure verificato. Ma i dispacci raccontano una giornata, tutto sommato, tranquilla, incrociando le dita per il futuro.

L’intervento del presidente della Regione, Renato Schifani, con una reprimenda, sembra avere dato i primi risultati, almeno nel miglioramento dell’assistenza. Poi, si vedrà. Monitoreremo con scrupolo.

“Qualcosa non ha funzionato”

Lo stesso governatore, in una intervista a LiveSicilia.it, ha ammesso le criticità:  “Qualcosa non ha funzionato nella programmazione. I due sub-commissari, che si sono dimessi, avrebbero dovuto vigilare maggiormente, evitando che partissero i lavori in due cantieri contigui”.

Siamo abituati – talvolta perché è giusto, talvolta per pigrizia – ad attribuire tutti i torti in esclusiva al ‘comandante in capo’ di turno. La responsabilità oggettiva appartiene a chi esercita il mandato di governo ed è una attribuzione sacrosanta.

Ma riflettiamo sul punto: un presidente di Regione deve anche indossare la pettorina di capocantiere? Non sarebbe stata opportuna – lo scriviamo ovviamente dall’esterno, con le cognizioni che abbiamo – una più efficace valutazione di chi è preposto proprio a valutare? Ecco un possibile paradosso.

“Burocrati raccomandati”

C’è poi un’altra affermazione del presidente, generica, non legata alla autostrada, dunque non imputabile ai protagonisti del caso concreto. Dice Schifani: “La Regione ha una parte della burocrazia abituata alla copertura politica: mi riferisco alla più raccomandata, non alla migliore. Così, un sistema non è efficace”.

Lungi da chi scrive l’intenzione di incorrere nella mitologia negativa del ‘regionale’ di cui sono piene cronache sciatte, suggestioni e battute da bar. Il burocrate siciliano comunemente inteso rappresenta un presidio.

Ma non possiamo più permetterci eventuali isole di privilegio nell’Isola che vive una fase di transizione tra speranze e disillusioni. Ecco un altro paradosso, un nodo da sciogliere per il bene di tutti.

direttore@livesicilia.it

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