Il parente di Messina Denaro | e la guerra delle antimafie - Live Sicilia

Il parente di Messina Denaro | e la guerra delle antimafie

Il corsivo. Polemica tra Giuseppe Cimarosa e 'Libero Futuro'. Dove si dimostra come sia ridotta oggi la questione dell'antimafia.

Giuseppe Cimarosa – il parente di Messina Denaro che ha rinnegato il boss dei boss su svariati palcoscenici – è già in guerra con antimafie differenti dalla sua. “Mi rivolsi ad alcune attive realtà dell’antimafia – queste le dichiarazioni riportate dalle cronache – in particolare ‘LiberaFutura’ (verosimilmente, dalle reazioni, ‘Libero Futuro’), ma l’unico consiglio che mi seppero dare era quello di tacere”.

Poteva mancare il comunicato di risposta? “Nel Caso del signor Giuseppe Cimarosa, che peraltro non abbiamo mai assistito per denunce o altro, siamo stati tirati in ballo direttamente e pubblicamente per cui riteniamo di non poterci sottrarre ad una precisazione. Da tempo Cimarosa – replica impersonalmente ‘Libero Futuro’ – dichiara di essere contrario e distante dalla cultura mafiosa e sostiene che tutta la famiglia sia sulla stessa linea. Ciò sarebbe apprezzabile se non fosse che il padre è stato condannato a cinque anni e quattro mesi per avere fatto parte della famiglia mafiosa di Castelvetrano”.

Anche Elena Ferraro, imprenditrice tirata in ballo da Cimarosa sempre per gli stessi motivi, dice la sua in uno scambio su Facebook: “Dato che sono stata chiamata in causa da Giuseppe Cimarosa ripeto la mia dichiarazione alla sua ‘lamentela’ circa il consiglio che gli diedi e che ripropongo: ‘Sono convinta e ribadisco che se vogliamo dimostrare serietà e coerenza a noi stessi e a chi ci osserva, dovremmo evitare di andare nei talk show. Io ho scelto di non spettacolarizzare un normale gesto di legalità e di denuncia a cui la nostra coscienza morale ci chiama a dover rispondere. È giusto prendere le distanze dal sistema mafioso ma, a mio avviso, lo si deve fare con sobrietà, coerenza ed onestà in pensieri, parole, opere e azioni”.

Niente di clamoroso. La solita storia dell’antimafia che divora se stessa. Fosse almeno una contesa cavalleresca, un dibattito ideale… Invece, par di avvertire un consueto odorino di retrobottega, un rumore di gomiti che cozzano per ottenere un posto al sole, uno strepitare di letterature, di mitologie, di eroi, di aficionados, l’un contro l’altro antimafiosi. Sicché l’antimafia questo è ormai: una stanza chiusa senza finestre, un rimestare di guerricciole, un parlarsi tra sordi con il linguaggio dei muti, la proprietà privata di alcuni che si sono auto-proclamati più puri di altri.

E verrebbe da urlare: basta, smettetela. Lasciate che entri un soffio d’aria pura. E se proprio non volete farlo per rispetto dei morti – per coloro che sono caduti – fatelo almeno per le speranze dei vivi.


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