Il patto del caffè - Live Sicilia

Il patto del caffè

Ill Csm ha detto 'no' a un uso girevole del pubblico ufficio, perciò Antonio Ingroia farebbe bene a preparare le valigie (consigliate le maglie di lana e le calzamaglie) e prenotare un biglietto di sola andata per Aosta.

PALERMO – Il patto del caffè tra il governatore Crocetta e l’ex pm Antonio Ingroia, leader diversamente votato di Rivoluzione Civile, patto che prevedeva la nomina a ‘Gabellatore della Trinacria’ per l’ex magistrato è sfumato. Il Consiglio superiore della magistratura, infatti, all’unanimità ha negato l’autorizzazione all’aspettativa all’uomo che vorrebbe riscrivere dalla procura di Palermo l’ultimo ventennio di storia patria. Insomma, il Csm, citando Rosario Crocetta, tendenza scrittore stavolta, ha detto “e io non ci sto” a questo uso girevole del pubblico ufficio, perciò Antonio Ingroia farebbe bene a preparare le valigie (consigliate le maglie di lana e le calzamaglie) e prenotare un biglietto di sola andata per Aosta.

In pochi mesi, il cittadino Ingroia (non sappiamo più che titolo riservargli) ha attraversato fasi da romanzo popolare e perciò è passato da eroe a caso umano con la stessa velocità d’una meteora, in particolare è stato dapprima frontman della legalità (già partigiano della Costituzione), poi liberatore del Guatemala per conto dell’Onu (in questo incarico è durato meno di Papa Luciani) e ancora, leader diversamente votato e trombato eccellente, infine aspirante Befera. Un guazzabuglio tale, da far perdere l’identità anche al più sano dei sani di mente. Notizie tendenziose, riferiscono così che Ingroia, dopo aver declamato di fronte allo specchio i versi immortali del bardo, “to be or not to be”, sembra infatti che lo abbia ripetuto come mantra per un migliaio di volte, è precipitato in uno stato catatonico.

Ingroia è l’ultima incarnazione del genio di Pirandello, perché dopo essere stato uno nessuno e centomila, adesso è un personaggio in cerca d’autore e tutto questo a motivo del fatto che la realtà lo ha reso una maschera nuda. Dopo queste imprese, degne di cronaca, il club degli iettatori ha deliberato per l’ex pm la consegna della patente iettatoria honoris causa e nella motivazione è stato scritto: per aver fallito con straordinaria costanza e puntualità nelle imprese in cui si è cimentato. D’altronde ad Aosta, dove la eco delle mirabolanti azioni e rivoluzioni non è ancora arrivata, egli, è atteso come lo fu Garibaldi a Caprera, infatti gli aostani, gente di montagna ma dal cuore grande, hanno preparato la grolla dell’amicizia per accoglierlo come uno di famiglia, aspettano solo che porti gli spicchi d’arancia. C’era un giudice ad Aosta … racconteranno così domani i bambini di oggi della valle. C’era un giudice ad Aosta… così cominceranno tutte le favole per fare addormentare i fanciulli nelle culle. Questo noi auguriamo al cittadino Antonio Ingroia, perché dopo tutte queste tribolate gesta, merita più d’ogni esodato, che la sua storia si concluda con la formula del visse felice e contento.


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