PALERMO – Lo scontro è totale. Il Pd siciliano non ha gradito le ultime dichiarazioni del presidente Crocetta. E nemmeno le “ultimissime”. Quelle con le quali, cioè, addirittura chiede se esiste o meno un “dirigente di buon senso nel partito” e ammonisce: “La mafia vuole farmi saltare. Il Pd non mi lasci solo”.
Ma il Pd, attraverso le parole del segretario Lupo resta fermo sulle sue posizioni. Respinge al mittente l’ipotesi che il partito possa, in qualche modo, allontanarsi dal sentiero dell’impegno antimafia, ma ribadisce: “Abbiamo proposto al presidente Crocetta il tema del rafforzamento politico dell’esecutivo. Attendiamo una sua risposta in merito. Noi saremo al suo fianco, come sempre, nella lotta alla mafia. Ma questo non significa che non possiamo pensarla diversamente da lui sul resto”.
E su una cosa, in effetti, Lupo e Crocetta la pensano molto diversamente: “Noi non crediamo – spiega il segretario del Pd – che questa sia, come ha detto il governatore, la migliore giunta dal dopoguerra a oggi. Vorrei ricordargli, con tutto il rispetto, che la Sicilia ha avuto presidenti della Regione come Piersanti Mattarella. Noi chiediamo un rafforzamento politico del governo anche per sostenere l’azione dell’esecutivo. Sul tema della lotta alla mafia, poi – prosegue Lupo – noi siamo da sempre in prima fila. Vorrei ricordare anche al presidente che questi dirigenti del Pd hanno deciso che il partito si costituisse parte civile nel processo contro Mattia Messina Denaro. Proprio per testimoniare che il Pd è accanto a tutti i idrigenti impegnati nella lotta alla mafia. È grave – conclude il segretario – persino che Crocetta possa pensare che il Pd possa lasciarlo solo. Lo trovo offensivo per il partito e i suoi militanti”.
E proprio sul rapporto tra vertici e “base”, ieri Crocetta era stato caustico nei confronti dei capicorrente del Pd: “Loro credono – ha detto il governatore – di rappresentare tutto il partito. Ma il partito siamo tutti noi”. E Lupo sul tema replica: “Vero. Il partito è rappresentato da tutti noi insieme. Ed è guidato da chi è stato eletto e dagli organismi che lo compongono, tutti eletti democraticamente. Le decisioni sono prese proprio all’interno di quegli organismi democratici”.
Il segretario, poi, torna sul retroscena, raccontato ieri da Crocetta: “Il Pd gli avrebbe chiesto di inserire in giunta Walter Bellomo”. “Ma chi lo ha proposto? – si chiede Lupo – Quel nome non è mai stato fatto. L’area del partito, quella Mattarella-Capodicasa alla quale faceva riferimento, non ha mai proposto Bonomo, ma sempre e solo Mariella Lo Bello. Che ha avuto l’avallo del governatore. E io non ho mai nemmeno proposto Rinaldi. Se ha avuto lui un colloquio con qualche altro dirigente, a me interessa poco. Di certo c’è che non può attribuire questa proposta al partito”.
E tra le prooste recenti, invece, si è a lungo parlato proprio di un ingresso in giunta dello stesso Lupo: “Io non ho mai chiesto a Crocetta di entrare in giunta. È stato Crocetta, in passato, a chiedermelo. E ho detto: ‘No grazie, continuo a fare il segretario’. Il Pd non ha mai fatto nomi di possibili assessori. Mi dispiace quindi – prosegue Lupo – che Crocetta usi queste espressioni. Ma purtroppo non mi sorprende più. Considerato anche il fatto che cambia spesso opinione e a sempre più di frequente smentisce, dando la colpa alla stampa, le sue stesse dichiarazioni”.
Secco anche Mirello Crisafulli: “Bellomo assessore? E chi lo avrebbe proposto a Crocetta? Si tratta dell’ennesima sparata del governatore. Nessuno ha mai avanzato quel nome”. Quindi, sull’attacco ai dirigenti del Pd, “rei”, secondo Crocetta, di voler rappresentare l’intero partito, Crisafulli è altrettanto netto: “Che a lui piaccia o meno, noi siamo il partito. E lo siamo con maggior diritto di quanto lo sia lui. Per un semplice motivo: noi lavoriamo per il Pd, lui lavora per il Megafono”.
Ma le parole di Crocetta hanno infastidito davvero ampie frange del partito. “Non mi pare che nessuno, nel Pd siciliano, – ha detto il coordinatore della segreteria regionale dei democratici, Enzo Napoli – abbia mai usato nei confronti del governatore, toni meno che rispettosi o, addirittura, offensivi. Sono state sollevate questioni politiche a mio avviso concrete, sulle quali è legittimo discutere, confrontarsi, essere più o meno d’accordo, decidere, come abbiamo fatto in tante altre occasioni, a partire dalla scelta del candidato presidente. I dirigenti di allora – prosegue Napoli – non erano in gran parte diversi da quelli di oggi. Eppure i toni usati, le crociate contro questo o quell’altro, talvolta anche sprezzanti, stanno portando il dibattito nel partito ad un livello che mi preoccupa moltissimo. A volte ho la sensazione che qualcuno consideri chi continua a scegliere esclusivamente il Pd, senza ammiccamenti a movimenti vari, figli di un dio minore, da discriminare e combattere. Non credo che, di questo passo, andremo molto lontano”.