"Il Pd si accontenta delle molliche | Questo è il governo dei gabinetti” - Live Sicilia

“Il Pd si accontenta delle molliche | Questo è il governo dei gabinetti”

Intervista ad Antonello Cracolici: "Noi 'cuperliani' abbiamo già detto no a Crocetta, che era pronto a cacciare la Sgarlata. Abbiamo fatto bene. Non ci interessa un posto in questa giunta. Ma serve un esecutivo nuovo. Questo è composto da 12 'camerieri' al servizio del principe. Una specie di 'modello Arcore'. Ma intanto la Sicilia affonda".

PALERMO – “Basta con questa storia dei cuperliani al governo. Crocetta ci ha proposto un assessorato e non l’abbiamo voluto. E meno male: questa è la giunta delle molliche”. Antonello Cracolici torna alla carica. Dopo “un mese di silenzio. Durante il quale – spiega – mi sarei aspettato che il presidente della Regione prendesse coscienza della sua sconfitta alle Europee”. Ma nessun segnale concreto sarebbe arrivato al Pd. Nonostante incontri e inviti. Aperture e retromarce. Fino a oggi. Con una Finanziaria approdata all’Ars tra dubbi e polemiche: “E io su questa manovra non intendo mettere la faccia”.

Insomma onorevole, non è cambiato nulla rispetto a un mese, due mesi fa.

“Purtroppo non si riesce a prendere atto del fatto che questo modello, il modello scelto da Crocetta due mesi fa non funziona. Questo governo, nato per la necessità di fare in fretta, di arginare l’emergenza, ha prodotto prima una manovrina per pagare gli stipendi fino a luglio, poi una ‘manovretta’ per pagarli fino a dicembre. Nient’altro”.

Eppure il presidente pochi giorni fa sembrava entusiasta del testo approvato in giunta.

“Io ho visto solo un insieme confuso di norme che in molti casi non significano nulla. Penso ad esempio all’articolo che parla di scioglimento di Consigli e comitati. Quali sono? Nessuno lo sa. Siamo alle solite”.

E invece questa doveva essere la Finanziaria nella quale tradurre gli inviti anche dei responsabili nazionali del partito. I provvedimenti, ad esempio, presenti nei vari ultimatum e decaloghi…

“Sì, in effetti ho visto lanciare ultimatum, programmi, scadenze. Poi, però, tutto è rientrato nel momento in cui sono state soddisfatte semplici esigenze di natura personale”.

A cosa si riferisce?

“E’ molto semplice: questo è il governo dei gabinetti. Gli amici e i parenti rappresentano l’unico elemento che tiene insieme questa pseudo-maggioranza”.

Lei fa ancora parte di questa pseudo-maggioranza?

“Io vorrei partire da un dato. Questo governo non ha un progetto per la Sicilia. E non vorrei che, ad esempio, alcune norme sacrosante che io stesso ho proposto prima ancora di Crocetta, e penso al tetto agli stipendi di Regione e Ars, non rappresentino alla fine solo la foglia di fico per nascondere l’assenza di una sola idea per la crescita. Questa Regione è collassata. Crocetta si rende conto solo dopo un anno e mezzo che non vengono esitati i mandati di pagamento per i lavoratori. Questo governo non ha idea di cosa ci sia là fuori”.

Le ripeto, però, lei fa parte della maggioranza che sostiene questo governo? Il Pd unito ha sostenuto l’elezione di Crocetta, ma adesso una parte di questo – di cui lei fa parte – non è rappresentato in giunta…

“Vorrei sgombrare il campo da un equivoco. E una volta per tutte. Si continua a portare avanti questo stucchevole dibattito sull’ingresso dei cuperliani in giunta. Vorrei dire chiaramente che Crocetta ci ha già proposto un assessorato. E ci ha anche detto quale assessore sarebbe stato estromesso dalla giunta”.

Di chi si tratta?

“Il governatore ci ha chiesto un nome. E ci ha detto che il ‘nostro’ assessore avrebbe fatto parte della giunta già il giorno dopo, al posto di Mariarita Sgarlata”.

E voi avete detto di no, mi pare di capire…

“Ovviamente. E a questo punto dico: ‘meno male che non siamo entrati in giunta’. Se il problema fosse la presenza dei cuperliani nel governo, sarebbe già stato risolto. Ma non si è capito che il problema è un altro. E riguarda il rapporto tra il Pd e il presidente. E, in maniera più ampia, il legame tra l’esecutivo e la maggioranza”.

La “pseudo” maggioranza diceva lei…

“Certo. C’è da chiedersi se una maggioranza esiste più. Abbiamo visto la scomparsa del Megafono, ho notato qualche esponente dei Drs non così entusiasta della Finanziaria, l’Udc è già diviso, del Pd abbiamo detto. E Crocetta finisce per parlare di maggioranze variabili. Vuol dire che un giorno si accorderà con i grillini, un altro con Forza Italia, un altro ancora con Ncd. Magari regalando qualche incarico di revisore dei conti o di direttore sanitario”.

A dire il vero, nella maggioranza il rapporto col Pd pare centrale. In fondo è anche il partito del presidente.

“Ma Crocetta finora ha portato avanti lo stesso gioco. Quello di tenere sott’acqua il Pd. Lacerando il partito. Ammiccando. Contrapponendo gli uni agli altri. Lo ha fatto con me, ad esempio, proponendomi l’ingresso in giunta, in contrapposizione a Peppino Lupo”.

Invece non si comprende bene il rapporto con i “renziani”. Da loro Crocetta viene un po’ bacchettato, un po’ sostenuto. Lei che idea si è fatto?

“Le voglio ricordare solo un fatto. Tempo fa, Crocetta parlò di golpe, riferendosi al Pd. Non si riferiva, ovviamente, ai cuperliani. Ma proprio a Davide Faraone. Il presidente vive nel terrore che un giorno qualcuno dovrà sostituirlo”.

Eppure, adesso il clima pare buono. Pochi giorni fa c’è stato anche un incontro a Tusa tra gli esponenti di quell’area e il governatore…

“Non ho nulla contro questo tipo di incontri. Ma mi pare evidente che questo governo sia ormai lanciato verso il ‘modello Arcore’. Berlusconi, del resto, organizzava gli incontri a casa propria. È un’idea privatistica, personalistica della politica. Proprio quell’idea che per anni tutti noi del Pd abbiamo combattuto, contrastato”.

Beh, sul fatto che questa esperienza sia fortemente contraddistinta dall’impronta del governatore non c’è dubbio…

“Il problema è che Crocetta pensa di gestire la Regione come se fosse un Comune. Lui si crede l’uomo solo al comando. E poi, come è normale, non si accorge che da un anno e mezzo ai lavoratori non arriva lo stipendio… Del resto, il presidente è circondato solo da yes man, che battono le mani e gli raccontano una Sicilia che non c’è”.

Invece il presidente rivendica i tanti “successi” ottenuti in questo anno e mezzo…

“E quali sarebbero? Non siamo stati capaci di sciogliere nemmeno un condominio. Non esiste nessun modello di sviluppo. La Formazione si è ridotta a un immenso caos, che porterà alla nascita di un carrozzone pubblico come il Ciapi”.

Eppure, le ripeto, anche nei giorni scorsi sono arrivate, persino da aree del partito non così “critiche” come la sua, inviti a qualche vera riforma. A dei provvedimenti urgenti e incisivi.

“E infatti anche io avevo guardato con interesse ai decaloghi di Faraone. Ai suoi allarmi. Al rischio di andare tutti a casa. Avevo creduto che la nostra preoccupazione, finalmente, fosse la preoccupazione di tutto il partito. E invece, anche quella era una storiella. Ha vinto la logica dei gabinetti. A qualcuno, insomma, è bastato accontentare qualche amico. Infischiandosene della Sicilia”.

Lei sta censurando, criticando il comportamento di Crocetta. Ma non crede che, se c’è un problema, è tutto del Pd. Se, come lei dice, il presidente ha potuto dividere il partito e strumentalizzare le stesse divisioni, evidentemente qualche suo “compagno” gli ha dato la possibilità di farlo.

“Purtroppo è proprio così. Crocetta rischia di essere il semplice specchietto per le allodole di un Pd che vuole solo raccogliere i vantaggi di una politica della miseria. Una politica delle molliche. Dentro il mio partito c’è una grande ipocrisia. Ma questi suggeritori della miseria, i vigliacchelli che si accontentano di qualche revisore dei conti, rappresentano un cappio al collo per lo stesso Crocetta”.

Non mi pare il clima migliore per affrontare l’ennesima Finanziaria. Già ieri sera voi siete stati molto critici. Quali aspetti della manovra non vi convincono?

“Non c’è nulla che non ci convince. Per il semplice fatto che questa Finanziaria non contiene nulla. Non è nemmeno coerente con le azioni del governo nazionale, ad esempio in tema di pubblica amministrazione”.

A dire il vero, qualche contenuto ha già sollevato polemiche. Penso alla norma che elimina il tetto agli stipendi per le società partecipate guidate da alcuni fedelissimi di Crocetta.

“Ecco, questo è un altro dei problemi. Questo governo vive il paradosso di voler apparire rigido e inflessibile, per poi scivolare su una buccia di banana come questa. Sulla necessità di assicurare qualche prebenda agli amici. Ma al di là della voglia di Crocetta di favorire questi amici, credo che il problema sia altrove”.

Vale a dire?

“Innanzitutto attorno al governo, un governo degli umori, attorno al quale si muove gente che vuole esercitare il potere senza la politica. E poi, ovviamente, il problema è interno alla giunta”.

Su questo lei è stato chiaro…

“Sarò ancora più chiaro. È possibile che nessuno in giunta si sia accorto di quella norma assurda? Ecco perché da tempo dico che serve un nuovo governo. Un esecutivo composto da gente pronta a prendersi le proprie responsabilità. E far notare anche gli effetti politici di certe scelte. Una giunta diversa, insomma, da quella di oggi. Composta, mi passi la metafora, da dodici camerieri al servizio del principe”.


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