Il pentito e gli affari di Inzerillo| "Imprenditori a sua disposizione" - Live Sicilia

Il pentito e gli affari di Inzerillo| “Imprenditori a sua disposizione”

Tommaso Inzerillo

Sergio Macaluso parla dei suoi rapporti con don Masino, l'uomo forte di Passo di Rigano

PALERMO - IL VERBALE
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PALERMO – “Rispettato in tutta Palermo” per la sua “storia mafiosa” e molto impegnato negli affari grazie a complicità ancora da scoprire. Sergio Macaluso ha tracciato il profilo di Tommaso Inzerillo, boss di Passo di Rigano, arrestato nel recente blitz della squadra mobile di Palermo.

A raccogliere le parole dell’ex reggente del mandamento di Resuttana e oggi pentito sono stati i pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia. Gli hanno mostrato la foto dell’indagato e Macaluso ha messo a verbale le sue conoscenze: “Si tratta di Masino Inzerillo, detto scarpone per la misura delle sue scarpe (almeno 45). Era il capo mandamento di Passo di Rigano, soggetto di risalente storia mafiosa e per questo rispettato in tutta Palermo. Era lui che si occupava delle affiliazioni nel suo territorio: ad esempio, ricordo che in una circostanza Masino Inzerillo, alla presenza mia e di Pietro Salsiera, lamentandosi un po’ dell’operato di Sirchia (Giovanni Sirchia, uomo di Passo di Rigano e pure lui in carcere) disse espressamente ‘ma non ha capito Giovanni che qui l’ho messo io’”.

Era stato Salsiera, altro pezzo grosso a Resuttana, che “lo conosceva da una vita” a dire a Macaluso che “ogni volta che avessi avuto problemi da risolvere con Uditore e Passo di Rigano ne avrei dovuto parlare sempre e proprio con Masino Inzerillo. Ho incontrato più volte Masino Inzerillo: a volte nelle campagne del genero di Salsiera, a volte al bar della Piazza di Passo di Rigano, mai invece a casa”.

Quindi il capitolo degli investimenti:So anche che Masino Inzerillo aveva molte partecipazioni occulte nel settore dell’edilizia, grazie alla famiglia dei Sansone ed anche grazie ad altri imprenditori”.

Affari ed estorsioni: “Masino Inzerillo è intervenuto anche per mediare alcune estorsioni: ricordo un’estorsione a un ponteggio che si trovava in via dei Nebrodi, vicino al pub di Buscemi, l’estorsione era stata curata direttamente da Vincenzo Graziano ed erano stati chiesti dieci mila euro ed arrivarono sette mila euro, che furono portati direttamente e personalmente da Masino Inzerillo (legato al costruttore) nelle mani di Vincenzo Graziano”.


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