Il pestaggio dei tamil alla Zisa| Tutti assolti e subito scarcerati - Live Sicilia

Il pestaggio dei tamil alla Zisa| Tutti assolti e subito scarcerati

Non parteciparono al pestaggio di due giovani tamil ridotti in fin di vita. Un pestaggio che, alla luce di due diverse sentenze, sarebbe stato commesso dal solo Salvatore Di Giovanni, figlio di Tommaso, considerato il capomafia di Porta Nuova. Gli altri "componenti del branco" rimangono ignoti.

PALERMO – Tutti assolti e tutti scarcerati. Non parteciparono al pestaggio di due giovani tamil ridotti in fin di vita. Un pestaggio che, alla luce di due diverse sentenze, sarebbe stato commesso dal solo Salvatore Di Giovanni, figlio di Tommaso, considerato il capomafia di Porta Nuova. Gli altri componenti del branco rimangono ignoti.

Escono puliti dal processo Salvatore Savignone (in primo grado gli erano stati inflitti 15 anni e mezzo), Massimiliano D’Alba (quindici anni in primo grado) e Vicenzo Cilona (era stato condannato a 19 anni). L’unico condannato è Mirko Rasa: ha avuto 3 anni e 10 mesi contro i 15 inflitti dal Tribunale. Non per tentato omicidio, però, ma per una presunta aggressione avvenuta alcuni mesi prima. Era stato lo stesso Rasa durante l’interrogatorio ad ammettere l’episodio negando, però, di avere partecipato al pestaggio avvenuto la notte fra il 18 e il 19 ottobre 2011. I due ragazzi tamil furono massacrati a colpi di caschi e spranghe mentre tornavano a casa, nel quartiere della Zisa.

Le telecamere e le cimici in questura filmarono Di Giovanni mentre mimava i gesti dell’aggressione. Un’aggressione definita dagli investigatori “efferata a tal punto da mostrare un’indole malvagia e priva di umanità”. Per Di Giovanni arrivò una condanna, il giudizio è pendente in Cassazione, aggravata dalla finalità razzista. Il giovane si autoaccusò del tentato omicidio, ma negò di essere stato mosso dall’odio razziale. Si trattò di una “questione di onore”. E soprattutto scagionò tutti gli altri imputati, senza fare i nomi chi era con lui in quella sera di follia.

Gli avvocati Antonio Turisi, Vincenzo Zummo, Michele Rubino, Salvo Lavardera e Salvatore Ferrante incassano un grande successo, accolto con scene di gioia dai parenti degli imputati presenti nell’aula al piano terra del Palazzo di giustizia di Palermo. A questo punto siamo di fronte ad un mistero. Chi sono gli altri uomini che ridussero in fin di vita i due ragazzi tamil? Hanno subito danni permanenti, fisici e psicologici, tanto da scegliere di lasciare Palermo per tornare in patria.

 

 

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