Il piano ospedali e gli 8 anni per realizzarlo: e intanto la sanità... - Live Sicilia

Il piano ospedali e gli 8 anni per realizzarlo: e intanto la sanità…

La realtà di oggi è costellata di buone intenzioni in un contesto sanitario spesso disperante
L'OPINIONE
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Una doverosa premessa: non abbiamo alcuna difficoltà a dare credito preventivo al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. Dinanzi ai suoi annunci e programmi di governo (quelli ancora da realizzare) non vi sarà mai da parte nostra un pregiudizio, cioè un giudizio negativo “a prescindere”, come direbbe il grande Totò. Chi scrive è ormai assai lontano dai clamori e dalle passioni della politica attiva per assumere posizioni partigiane, ci limitiamo quindi a osservare e poi a commentare. A cosa mi riferisco precisamente? Al piano di Schifani riguardante la Sanità pubblica, nello specifico la costruzione a Palermo di quattro nuovi ospedali, tra cui un nuovo Civico e un nuovo Policlinico, e la riqualificazione di un quinto, l’Ingrassia.

Ne ha dato conto Livesicilia con un articolo abbastanza esaustivo. Vi leggiamo: “L’obiettivo è ambizioso: ridisegnare la mappa dell’assistenza sanitaria pubblica di Palermo… Un piano che sfonda il tetto del miliardo di euro e che potrebbe diventare realtà in otto anni. Il 95% delle risorse arriverà dallo Stato attraverso i fondi ex articolo 20, la parte rimanente verrà messa a disposizione dalla Regione che ha messo in piedi il Piano di edilizia ospedaliera della città di Palermo portandolo all’approvazione del ministero”. Davvero un obiettivo imponente che dimostra pure quanto siamo stati fermi e parecchio indietro in materia. Certo, ci vogliono degli anni ma il progetto c’è, tanto da ricevere il primo plauso da parte del sindaco di Palermo, medico, Roberto Lagalla.

Ecco, però, il punto su cui vorremmo che il presidente Schifani riflettesse: il tempo occorrente. Otto anni, un periodo necessariamente lungo e sapendo come vanno i grandi cantieri dalle nostre parti probabilmente con delle incognite circa i costi finali e gli effettivi tempi di realizzazione. E intanto? Tutto resta immutato? Possiamo archiviare le attuali emergenze in termini di vivibilità dei pronto soccorso, di posti letto e di personale sanitario da implementare – a cominciare dai medici in continua fuga nel privato – di riduzione delle liste d’attesa, di una dignitosa accoglienza dei pazienti nei reparti? Potremmo continuare. Eppure, lo abbiamo constatato con la nomina dei manager delle strutture sanitarie attraverso il solito metodo spartitorio partitocratica – nomine in atto all’esame della commissione Ars competente – sembra che si consumino riti di palazzo già conosciuti a danno della qualità dei servizi sanitari. Da segnalare il fatto che dal fronte interno governativo giungono le medesime preoccupazioni.

Il deputato regionale della Lega Nino Minardo ha dichiarato: “Le immagini che vengono da tanti, troppi, ospedali siciliani dovrebbero imporre una vera e propria inversione di rotta… Le visite impossibili, il degrado di certi ambienti, gli scandali e i medici sempre troppo pochi e oberati di lavoro sono un atto d’accusa a cui non si può rispondere con l’estenuante telenovela dei manager della sanità”. Parole condivisibili che non vorremmo fossero soltanto un’arma nello scontro infinito dentro la maggioranza. Il governo regionale ha in mente qualcosa per l’invocata “inversione di rotta”? A poco più di un anno dal suo insediamento, nell’ottobre 2022, le speranze in proposito iniziano ad assottigliarsi. Le prospettive su questi otto anni di attesa prima di vedere concretizzato il progetto di nuovi ospedali a Palermo non sono buone caro presidente Schifani, ciò perché non appare promettente la realtà di oggi costellata di buone intenzioni e vane promesse in un contesto sanitario spesso disperante.


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