PALERMO – Conferma la morte per soffocamento l’autopsia effettuata dal medico legale Valentina Triolo sul corpo del piccolo Pietro Alaimo, il bambino di tre anni che la sera del 25 aprile è arrivato senza vita all’ospedale di Villa Sofia. I suoi genitori, disperati, lo avevano trasportato di corsa al pronto soccorso dopo averlo trovato con una corda intorno al collo nella sua stanzetta. I medici non hanno però potuto fare nulla per lui: in base al racconto del padre e della madre, il bambino aveva finito di vedere in tv un cartone animato di “Spiderman” e pochi minuti dopo, in quella casa di Partanna Mondello, si sarebbe consumata la tragedia.
Una vicenda che ha gettato nell’angoscia la borgata alle porte della città, dove il piccolo Pietro era conosciuto da tutti. La mamma stava per iscriverlo all’asilo, ma il destino del suo bimbo è stato terribile e lo ha strappato per sempre dalle sue braccia. I rilievi effettuati nell’abitazione di via Pandora 4 dal Ris dei carabinieri hanno infatti accertato la dinamica dell’incidente. In base alla ricostruzione degli investigatori, il bimbo avrebbe avvolto al collo la cordicella della tenda per emulare il suo supereroe preferito, tentando di fare un salto.
Poi la stretta mortale: il peso del bambino non è stato sufficiente a rompere la corda, che impigliandosi si sarebbe quindi trasformata in un cappio. E il piccolo non è riuscito a liberarsi in tempo. A confermare quanto è successo, l’esame autoptico disposto nei giorni scorsi dalla Procura di Palermo ed effettuato nel primo pomeriggio di oggi presso l’istituto di Medicina Legale del Policlinico. I segni neri sul collo, all’arrivo del piccolo in ospedale, erano stati terribilmente evidenti agli occhi dei medici.
A sprofondare nello sconforto, da quel giorno, non è stata soltanto la zona di Partanna Mondello, ma anche quella del Capo, di cui è originario il giovane papà del bambino. Oggi pomeriggio al termine dell’autopsia l’intero quartiere si è stretto attorno al padre e alla mamma di Pietro, per la celebrazione di una messa nella chiesa della Mercede, al Capo. Per Pietro decine di striscioni e poster dell’Uomo ragno: “Vola piccolo Spiderman, ti vogliamo bene”, hanno scritto gli amici del quartiere su un grande lenzuolo bianco. All’entrata della chiesa, decine di sagome del superereroe appese intorno al portone e palloncini bianchi. In lacrime e abbracciati, i genitori del piccolo che hanno seguito la piccola bara bianca portata a spalle da chi conosce la giovane coppia. “Vogliamo ricordare così il dolce Pietro. Lo chiamavamo tutti “Giampiero” – dice una signora di circa sessant’anni – era tenero e simpatico. Conosco il papà da una vita. Aveva soltanto dieci anni quando giocava qui, tra le strade del Capo con mio figlio. Mi addolora enormemente sapere che è stato colpito da questa tragedia”.
“L’intero quartiere vuole manifestare in questo modo la propria vicinanza alla famiglia – dice il presidente della prima circoscrizione, Ottavio Zacco -. Quello che è successo ha colpito l’intera comunità”. “Sì – aggiunge Roberto Gianforte, amico di famiglia – siamo stravolti. E’ difficile anche trovare un modo per reagire a vicende simili, adesso il padre e la madre di Pietro hanno bisogno di tutto il conforto possibile”.
Il feretro è poi uscito dalla chiesa, tra gli applausi e i fuochi d’artificio, per tornare a casa, a Partanna Mondello. Il funerale si svolgerà mercoledì.
