Il Ponte sullo Stretto, la Regione: "No all'aumento della quota"

Il Ponte sullo Stretto, il Mit: “Avanti”. La polemica sui soldi della Sicilia

La 'ribellione' di Palazzo d'Orleans
LA COMPARTECIPAZIONE
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PALERMO- “Il governo regionale della Sicilia ha sempre espresso totale disponibilità verso la realizzazione del Ponte sullo Stretto, opera che considera strategica, e per questo la giunta si era impegnata a destinare un miliardo di euro di risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027, dandone tempestiva comunicazione al ministro Salvini con una nota del 18 ottobre. La decisione governativa per cui la quota di compartecipazione della Regione Siciliana debba essere invece di 1,3 miliardi di euro non è mai stata condivisa dall’esecutivo regionale. L’auspicio della Presidenza della Regione è che il ministro Salvini si possa attivare per restituire le maggiori risorse sottratte alla Sicilia, necessarie per sostenere importanti investimenti per lo sviluppo dell’Isola”. La puntualizzazione, con una nota di Palazzo d’Orleans, giunge al culmine di roventi polemiche sull’argomento.

La nota del Mit

Nel pomeriggio, successivamente, ‘l’intervento’ del ministero delle Infrastrutture. “Il dossier Ponte sullo Stretto prosegue come da programma. C’è la totale copertura economica e la giusta partecipazione finanziaria delle Regioni. L’obiettivo è rispettare i tempi, iniziando i lavori nel 2024, per offrire a tutti gli italiani un’opera attesa da decenni”. Così fonti del Mit, riportate dall’Ansa.

I soldi dei siciliani

La questione della compartecipazione era stata chiarita ieri. Il quarto emendamento annunciato dal governo nazionale sulla manovra ha rimodulato le somme stanziate per il Ponte sullo Stretto, vincolando una buona fetta dei fondi sviluppo e coesione (Fsc) destinati alla Sicilia. Soldi dei siciliani, dunque, destinati alla mega-opera per la mobilità. “Sul Ponte sullo Stretto, che ci sia una compartecipazione seppur minima di Sicilia e Calabria mi sembra più che ragionevole”, questo il commento di Matteo Salvini. Che però subisce uno stop dalla Regione: non sul principio, ma sulla entità del finanziamento.

Le reazioni

Prima ancora della nota della Regione, le reazioni non erano mancate. “La rapina, ai cittadini calabresi e siciliani, è compiuta. Sono loro, infatti, che pagheranno, a caro prezzo, il Ponte sullo Stretto voluto da Salvini con risorse che sarebbero dovute servire ad altro, per supportare cioè la crescita di due territori fra i più poveri d’Europa”, questa la posizione dei deputati calabresi del Movimento 5 stelle Orrico, Baldino, Scutellà e Tucci, l’eurodeputata Ferrara ed il consigliere regionale Tavernise.

Ternullo (FI): “Coperture alternative”

“Il Ponte sullo Stretto è da sempre una battaglia di Forza Italia: riteniamo sia una infrastruttura fondamentale non solo per la Sicilia ma per tutto il Paese. Proprio per questo, invitiamo il governo a individuare coperture alternative rispetto a quelle indicate nell’emendamento alla manovra, in cui si sottraggono risorse preziose alla Regione siciliana”, ecco al dichirazione della senatrice siciliana di Forza Italia, Daniela Ternullo.

Barbagallo (PD): “Schifani si è incartato”

“Sul Ponte sullo Stretto il presidente della Regione, Renato Schifani, si è incartato. Ieri infatti il governo nazionale ha annunciato che gran parte delle risorse arriveranno dalle quote del Fondo di sviluppo e coesione destinate alla Sicilia e alla Calabria. Adesso Schifani dica ai siciliani quante e quali opere saranno sacrificate sull’altare di Salvini grazie a questo scippo perpetrato, a suo dire, in modo non concordato, ai danni della Sicilia”. Lo dice il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo.

Calderone (FI): “Inaccettabile il carico della Sicilia”

“Ritengo inammissibile che venga posto a carico della Sicilia una ulteriore parte della somma necessaria per costruire il ponte sullo Stretto. Nella legge di bilancio, leggo, si intendono utilizzare una rilevantissima parte di fondi destinati alla Sicilia per altre opere, per il Ponte. Si parla di 1,7 miliardi. È inaccettabile”. Così Tommaso Calderone, deputato di Forza Italia e presidente della commissione bicamerale sull’insularità. E prosegue: “Si dovrebbe pensare, per principio costituzionale, a eliminare gli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità e invece si agisce al contrario, rendendo vano il grande lavoro che sta svolgendo il presidente della Regione Siciliana, senatore Schifani, con il quale concorderò per le vie brevi, una audizione in commissione per pianificare un intervento a difesa della Sicilia e dei siciliani”.

Cateno De Luca (SCN): “Bluff di Salvini”

“Finalmente ci siamo: il bluff del Ponte di Salvini è stato smascherato.  Dopo settimane di melina, ieri è arrivato l’emendamento del governo sul Ponte.  Nell’emendamento viene definito che 2.3 miliardi saranno presi dal Fondo per lo sviluppo e la coesione. Ma non è ancora finita: la gran parte di queste risorse (circa 1.6 miliardi) verranno prelevate dal bilancio di Calabria e Sicilia. A tutti gli effetti una rapina! Quindi questo governo annuncia che il Ponte sarà un’opera strategica per tutta l’Italia ma andrà a pagarla per una parte consistente con i soldi di Sicilia e Calabria. Soldi che così verranno tolti alla sanità, ai comuni, alle autostrade. Dimentichiamoci dunque anche l’alta velocità.  Quindi tagliamo risorse alle regioni per far giocare Salvini con il suo Ponte. Ma la domanda è d’obbligo: caro presidente Schifani come può essere che il governo nazionale di centro-destra che ha dentro il tuo partito, cioè Forza Italia, non t’aveva già avvertito di questo ulteriore scippo? Ma allora è vero che non conti proprio nulla.  Schifani se non sei capace di farti rispettare allora è chiaro a tutti che devi dimetterti”.  Così Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord.

Faraone (IV): “Menzogne sulle risorse”

“Cosa faranno i deputati, i senatori siciliani e il governo regionale davanti alla decisione di governo di dirottare sul solo Ponte di Messina i fondi destinati alle altre infrastrutture dell’isola?”. Così Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera. “Questa notizia fa il paio con il taglio dei finanziamenti ordinari all’Anas, anche questi destinati alla realizzazione del Ponte. Io sono stato sempre favorevole alla sua realizzazione. La considero un’opera di straordinaria rilevanza per il futuro economico e sociale della nostra isola. Ma senza un complessivo rinnovamento di tutta la rete infrastrutturale siciliana, autostradale e ferroviaria, non sarà possibile sfruttare le opportunità create dal Ponte stesso. In altri termini: è giusto che la lite tra Schifani e Salvini si risolva in un enorme danno per i cittadini siciliani? Perché, dopo aver promesso investimenti di ogni genere e dunque mentito, il governo finirà per assestare un colpo mortale alle già disastrate infrastrutture del Sud”.

Caruso (FI): “Sì al Ponte, ma…”

“Il ponte sullo stretto di Messina è stata sempre un’opera cara a Forza Italia, che fin dai tempi del primo governo Berlusconi si è battuta per la sua realizzazione. Non è un caso che il governo regionale guidato da Renato Schifani abbia da subito dato la propria disponibilità a concorrere con proprie risorse alla sua realizzazione, avendo comunque attenzione a non pregiudicare opere già programmate o ritenute strategiche al superamento delle criticità infrastrutturali della Sicilia”. Lo dice Marcello Caruso, coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia. “Ipotizzare di finanziare il ponte con risorse già destinate allo sviluppo della nostra regione – aggiunge – ci appare una proposta che rischia di apparire in contraddizione con gli impegni assunti a più riprese dal governo nazionale e in contrasto con il riconosciuto principio costituzionale della insularità. Da parte nostra massima disponibilità a qualsiasi forma di doverosa sinergia istituzionale, ma auspichiamo che il governo nazionale ripensi a scelte che potrebbero contribuire ad acuire il gap che la Sicilia soffre rispetto ad altre aree del Paese”.

Di Paola e Damante (M5S): “Pagano i siciliani”

“Stiamo assistendo in queste ore ai goffi tentativi degli esponenti del centrodestra siciliano che provano a minimizzare la malaparata del presidente Schifani e del governo Meloni che intende aumentare la quota di compartecipazione della Regione Siciliana per la realizzazione del ponte sullo Stretto, senza che peraltro la Regione stessa lo sapesse. Come era prevedibile, le mire propagandistiche di Salvini, le pagheranno i siciliani di tasca propria, mentre continueranno a vivere con strade e trasporti fatiscenti”. A dichiararlo sono il coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle e deputato ARS, Nuccio Di Paola e la senatrice del M5S Ketty Damante.

 


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