Verzera a tutto campo | “Il Cara è ingestibile” - Live Sicilia

Verzera a tutto campo | “Il Cara è ingestibile”

Dal Cara di Mineo al Muos: parla il procuratore Capo di Caltagirone Giuseppe Verzera.

L'intervista
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CALTAGIRONE. Giuseppe Verzera da Messina. Cinquantuno anni, Procuratore di Caltagirone dal pugno di ferro con un passato in primissima linea: prima a Reggio Calabria poi in campo a contrastare la mafia barcellonese. Oggi, nel cuore della Sicilia è chiamato ad una doppia sfida: quella di “svelare”  il sistema legato al Cara di Mineo e di rafforzare una Procura che merita più attenzione.

Signor Procuratore, che aria tira a Caltagirone?
“Noi siamo in questo momento cinque magistrati. A parte me, ci sono quattro Sostituti: ma ci ridurremo a tre perchè il prossimo 15 marzo una mia collega prenderà possesso in altra sede giudiziaria. Per contro, il numero dei procedimenti penali ha avuto un incremento del 30% dal 2014 al 2015: e, quindi, quattro sostituti sono assolutamente insufficienti”.

Una situazione che, immagino, non è destinata a migliorare.
“Da un monitoraggio che ho fatto in questi primi due mesi del 2016, ho potuto constatare come vi sia già stato un incremento di circa il 20% di processi penali rispetto al 2015. Abbiamo, quindi, numeri alti che sono anche la conseguenza di quello che accade al Cara di Mineo dove oggi vi sono circa due mila ospiti ma abbiamo raggiunto anche picchi di quattro mila ospiti”.

Si dice che al Cara vi sia una situazione al milite.
“Le dico che tutto questo determina un impegno gravosissimo per le forze di polizia che sono costrette a effettuare ordine pubblico e, poi, perché all’interno e all’esterno si verificano tutta una serie di reati che sono commessi da migranti o a loro danno”.

Ma che succede al Cara?
“Là dentro accade di tutto: dalle risse, ai sequestri di persona, ai reati a sfondo sessuale. Ricorderete tutti il duplice omicidio dello scorso 30 agosto a Palagonia”.

A tal proposito, l’indagine sul duplice omicidio è stata chiusa?
“Sì, è quasi ultimata”.

Si può parlare del Cara come di una questione che costituisce una vera e propria emergenza?
“Sì. Io sono stato ascoltato più volte dalla commissione anti-mafia e dalla commissione del parlamento europeo: in quelle sedi, ho definito il Cara come una “vicenda di Stato” perchè non è possibile concepire un centro accoglienza con all’interno migliaia di persone. Quello è un luogo ingestibile e, quindi, migliaia di persone concentrate in un Comune di poche migliaia di abitanti è davvero un’assurdità”.

C’è anche un filone d’indagine legato alla gestione del Cara: su questo cosa può aggiungerci rispetto a quello che già conosciamo?
“Sulla gestione del Cara di Mineo procedono due uffici: noi e Catania. Noi stiamo lavorando, questo posso dirlo, sulla effettività presenza dei migranti all’interno della struttura perchè per ciascuno di loro lo Stato paga una precisa somma di denaro. Stiamo verificando quanti siano stati effettivamente presenti per capire come siano state elargite le somme di denaro”.

Lei, però, un’idea se la sarà fatta di quello che è accaduto finora…
“Beh, indubbiamente sì. Attorno al Cara ruota di tutto: dal caporalato, all’affidamento alle cooperative, alla compravendita dei voti.

E cosa dobbiamo aspettarci?
“Posso solo dirle che stiamo lavorando andando fino  in fondo e tenga presente che lavoriamo su numeri impressionanti”.

La Procura di Caltagirone si è anche occupata di un altro “caso di Stato”: quello del Muos.
“Su questa vicenda c’è stato un provvedimento di sequestro risalente all’aprile del 2015 che è stato confermato dalla Cassazione. In questa vicenda si sovrappone anche la giustizia amministrativa perchè alcuni giorni fa il Tar aveva annullato il provvedimento con cui la Regione siciliana aveva sostanzialmente revocato le revoche che il governo Crocetta aveva posto in essere al momento del suo insediamento. Ora attendiamo il Consiglio di Stato: la situazione resta delicata”.

Anche sul Muos: Lei che idea si è fatto?
“Qualunque cosa possa dire il Consiglio di Stato, questa struttura è stata edificata in una zona che è una riserva naturale dove vige il divieto assoluto di edificabilità. Quindi, la sentenza amministrativa non ci vincola e per me, ma non soltanto per me, quella del Muos resta opera abusiva”.

Le chiedo di sbilanciarsi: come si chiuderà questa vicenda? Vincerà sempre il più forte?
“A quel punto, diventa una questione politica perchè se il bene resta in sequestro, non so come finisce. A livello politico potrebbero pure decidere di togliere il vincolo”.

Torniamo da dove eravamo partiti: per la Procura di Caltagirone si augura ovviamente un rinforzo nell’organico.
“Noi l’abbiamo chiesto: sulla scorta di una legge dell’agosto del 2015 che dispone il rafforzamento laddove vi siano uffici giudiziari esposti al fenomeno migratorio. Purtroppo, da noi non è venuto nessuno. E servono almeno altri due Sostituti”.

 


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