Il racconto di chi ha riaperto:| "Ci proviamo, ma meno tasse" - Live Sicilia

Il racconto di chi ha riaperto:| “Ci proviamo, ma meno tasse”

Giuseppe MiIazzo

Il libraio, il meccanico, il venditore di articoli per l'infanzia fra paure e richieste

PALERMO – “Sa qual è la cosa più difficile? Dire a un cliente di fare in fretta. Un libro non si compra in fretta, ma è cambiato tutto”. Nicola Macaione ha riaperto la sua libreria, a Palermo. È una delle attività commerciali autorizzate.

È un nuovo inizio? “Chi può dirlo, è ancora presto, bisogna aspettare ancora un po’. In questi due giorni sono venute persone che avevano già prenotato i libri. Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni”. Ci sono settimane di zero, o quasi, incasso da lasciarsi alle spalle. Missione impossibile: “Abbiamo consegnato i libri a domicilio, raddoppiando gli sforzi, è soprattutto un modo per restare accanto ai nostri clienti. Abbiamo ‘salvato’ il venti per cento del nostro fatturato. Il resto è andato perduto, noi siamo anche casa editrice e abbiamo i volumi nuovi chiusi negli scatolini”.

Tutti, nessuno escluso e librai inclusi, devono misurarsi con i conti impietosi. Anche un libro, che si prende ‘cura’ della mente, ha una filiera di numeri e costi programmati da rispettare. Macaione ammette che nonostante il via libera, ha riflettuto se fosse opportuno o meno riaprire: “II mondo dei librai è diviso, è l’italia ad essere divisa. Se fossi in Lombardia forse rimarrei chiuso. Qui sembra che la situazione sia sotto controllo. In ogni caso rispettiamo tutte le disposizioni: mascherine, guanti, distanziamento, ingressi in contemporanea limitati. Invitiamo la gente a fare in fretta. Siamo costretti a non ‘perderci’ nei libri”.

Se avesse la possibilità di fare una richiesta, una sola, al governo nazionale: “Ci vorrebbe un anno ‘bianco’ di tasse. Non basta rinviarle, alcune, non so quali, non dovrebbero proprio essere riscosse. I seicento ero che ci arriveranno servono a poco”.

Giuseppe Milazzo

Anche Giuseppe Milazzo, che vende prodotti per l’infanzia (altra categoria merceologica che ha ricevuto il via libera), sa bene cosa chiederebbe a chi ci governa: “Aiutateci a pagare l’affitto, almeno per questi mesi. E le utenze? Noi siamo rimasti fermi, ma le utenze hanno dei costi fissi che dobbiamo pagare, sempre e comunque, di tasca nostra”.

Entra una cliente. Indossa la mascherina: “La gente è guardinga, ha davvero paura. Noi vendiamo articoli per i bambini ed è naturale che i clienti abbiano un’attenzione maggiore per se stessi perché vogliono averla per i più piccoli”. Sui numeri dei clienti lo scenario da una libreria a un negozio per l’infanzia cambia poco: “Prima entravano trenta clienti, oggi dieci. Il conto è presto fatto”.

Paolo Trafficante

Paolo Trafficante ha un’officina moto. La sua è un’attività che avrebbe potuto restare aperta anche prima, ma lui ha preferito aspettare: “Come si fa a non avere paura?”. Lo dice mentre lavora con mascherina e visiera. Sembra il tecnico di un laboratorio scientifico piuttosto che un meccanico: “Abbiamo aperto da pochi giorni, anche perché di gente in giro ce n’era davvero poca. Ci proviamo, siamo qui per i nostri clienti”.


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