Il rebus delle alleanze locali | Il civismo mescola gli schieramenti - Live Sicilia

Il rebus delle alleanze locali | Il civismo mescola gli schieramenti

Il caso di Agrigento, il rapporto tra Pd e 5 Stelle e l'incognita Forza Italia.

Amministrative
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Con il Pd di Zingaretti che spinge per saldare l’alleanza con i 5 Stelle anche sui territori e i grillini che si limitano a mezze aperture, si comincia già a pensare alle amministrative che l’anno prossimo coinvolgeranno diversi comuni siciliani. Tra questi anche Agrigento ed Enna. Sarà il primo test in Sicilia dopo la nascita dell’alleanza tra centrosinistra e pentastellati.

La parola d’ordine è civismo, una formula già sperimentata per la verità in diversi comuni siciliani. E quindi patti locali, con liste senza simboli di partito, una soluzione più digeribile per i grillini refrattari alle alleanze. Agrigento è uno dei comuni in cui questo nuovo corso si potrebbe sperimentare. Qui dovrebbe ricandidarsi l’uscente Lillo Firetto, candidato centrista allo scorso giro. È lui l’uomo da battere. Qualcuno scommette che potrebbe avvicinarsi a Italia Viva di Matteo Renzi, ma al momento sono solo gossip. Il vero punto è capire chi saranno i suoi sfidanti. Quasi certa la ridiscesa in campo di Marco Zambuto, che fu giovanissimo sindaco moderato di centrodestra e che poi aderì al Pd diventandone presidente regionale. Ci sono interlocuzioni in corso con partiti e associazioni ma non è ancora definita la fisionomia del cartello che lo sosterrà. Altro nome di cui si parla molto è quello di Franco Micciché, medico, per breve periodo assessore nella giunta Firetto. Su di lui ci sarebbe una convergenza dell’Mpa Roberto Di Mauro, in passato suo sponsor politico, e del dem Michele Catanzaro, che potrebbe allargarsi a un dialogo con i pentastellati, Le prime interlocuzioni sarebbero già partite anche se ancora non c’è nulla di concreto, gli ostacoli non mancano, e nel campo avverso si è molto scettici sulla possibilità che maturi. I grillini potrebbero anche tirare fuori una propria candidatura.

Gli altri due candidati in pectore sono Aldo Piazza, altro ex sindaco che sarebbe pronto a ricandidarsi, e Davide Lo Presti, sostenuti da liste civiche. Ma potrebbero spuntare altri nomi, quasi certamente uno tutto leghista ad esempio, affollando ulteriormente la corsa. Da tenere d’occhio ad esempio il presidente di Confcommercio Francesco Picarella.

Nel Pd il dibattito sulle alleanze non è ancora partito. Antonello Cracolici ieri ha commentato le posizioni critiche di Gianfranco Micciché sulla manifestazione del centrodestra di sabato prossimo dicendo che quelle parole vanno “valorizzate”. All’ultima tornata di amministrative i dem sui territori hanno trovato delle intese con i forzisti, anche vincenti, e qualcuno pensa a replicare quello schema. Anche se proprio ad Agrigento, l’ala ex ds del Pd pensa piuttosto a un dialogo con i 5 Stelle. Come del resto anche Catanzaro. Anche a Enna Mirello Crisafulli ha parlato della possibilità di un’alleanza coi 5 Stelle. Che Cracolici immagina si possa allargare anche ai moderati.

Il partito agrigentino ne discuterà con il commissario regionale Alberto Losacco nella riunione che si terrà in città nell’ambito del tesseramento. Forza Italia proprio oggi ha annunciato una cabina di regia con i pezzi da novanta del partito che affiancheranno Miccichè per preparare le amministrative. E visto il difficile rapporto con i leghisti in Sicilia non è da escludere che i berlusconiani in alcuni territori guarderanno alla loro sinistra. Ad Agrigento, ad esempio, nei mesi scorsi il forzista Riccardo Gallo – che con Di Mauro non si è mai amato troppo – ha dialogato bene con Firetto. Che di recente ha nominato due assessori last minute, tra cui Mauro Patti, vicino al mondo di Angelino Alfano, i cui voti in uscita fanno gola. La verità è che nessun partito ha ancora le idee troppo chiare. Forza Italia e Diventerà Bellissima prendono tempo. Il profilo centrista dei papabili candidati li rende papabili un po’ per tutti. Tutto è in movimento, tutti parlano con tutti, civismo è la parola d’ordine. E la confusione impera.


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