Il rossonero Crudeli ha paura: | "Il Palermo ci ha fatto piangere" - Live Sicilia

Il rossonero Crudeli ha paura: | “Il Palermo ci ha fatto piangere”

Verso Milan-Palermo
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“Pippo mio, Pippo mio!” ha urlato al secondo gol di Inzaghi al Real Madrid. Gioia poi strozzata nel finale dalla rete madridista. Un urlo quasi liberatorio che ha scalato la classifica dei video settimanali visti su youtube. Il protagonista, è sempre lui: Tiziano Crudeli, tifoso-giornalista rossonero, fortuna dell’emittente milanese SetteGold. Livesicilia in vista della partita di mercoledì sera tra Milan e Palermo, lo ha intervistato. “Mamma mia che esultanza, peccato però per non aver portato a casa la vittoria. Ma il Real Madrid ha dominato. Spero ce ne siano ancora di queste gioie”. Crudeli adora il suo Milan forse anche più di sua moglie, ma non crede ancora alla possibilità di sfilare il tricolore agli “amici” interisti: “Ancora non ci credo tanto. Il Milan gioca bene, siamo secondi, in campionato vinciamo, ma dobbiamo avere pazienza. Questa è una squadra che deve essere ancora aggiustata, deve essere bravo Allegri. In avanti siamo diabolici, ma in difesa a volte balliamo, del resto come il vostro Palermo. Siete forti però, il Palermo mi piace molto. Gioca un grande calcio e se troverete continuità e soprattutto ritoccherete qualcosa in difesa allora vi divertirete tanto e sono sicuro che potrete stare lassù”.

Si parla della sfida di mercoledì sera al Meazza: “Molto difficile per il Milan. Perbacco. L’anno scorso il Palermo ci fece piangere ed è giusto che temiamo i rosanero. Torna Miccoli che ci punì nella stagione passata e poi c’è un grande Pastore diventato ancora più forte. Mi preoccupa pure Pinilla, altro giocatore rinato grazie ai rosanero e grazie a Zamparini. Sarà una bella partita, con tanti gol”. A Crudeli facciamo un’ultima domanda dal timbro rosanero: potrà mai il Palermo lottare per lo scudetto?. “Non lo so, spero di sì per voi, ma per arrivare così in alto ci vuole un progetto lungo. Il Palermo lo ha, chissà, sarebbe bello”.


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