CATANIA – Terminati gli incidenti probatori dove sono state raccolte le raccapriccianti testimonianze delle giovani vittime, l’inchiesta sulla “setta degli orrori” è stata chiusa. Si apre così un nuovo capitolo giudiziario prima della richiesta di rinvio a giudizio per i sette indagati coinvolti nell’operazione denominata ’12 Apostoli’ che ha portato un vero e proprio terremoto all’interno della Chiesa di Lavina di Aci Bonaccorsi, sede operativa e spirituale della comunità “Cultura e Ambiente” che conta migliaia di adepti. Dietro la copertura della comunità per anni si sarebbero consumati abusi e violenze nei confronti di giovanissime donne soggiogate, plagiate e manipolate. Pietro Capuana, alias “l’Arcangelo, è finito in carcere con le accuse, gravissime, di violenza sessuale. Ai domiciliari le sue “ancelle”: Fabiola Raciti, Rosaria Giuffrida e Katia Concetta Scarpignato. L’avviso di conclusione indagini è stato notificato anche agli altri tre indagati (per favoreggiamento) che non sono stati raggiunti da alcuna misura cautelare: Mimmo Rotella, ex assessore provinciale, Salvatore Torrisi, ex presidente della Comunità, e Orazio Caputo, il prete che avrebbe violato anche il segreto confessionale svelando l’indagine ai primi due.
L’inchiesta, condotta dalla Polizia Postale, diretta da Marcello La Bella, e coordinata dal procuratore aggiunto Marisa Scavo e dalla pm Laura Garufi, è scattata dopo le denunce di una madre costernata davanti ad alcuni messaggi trovati nel cellulare della figlia. Le testimonianze raccolte, le intercettazioni e le perquisizioni hanno portato a scoprire un mondo sotterraneo fatto di violenze mascherato da atti che avrebbero avvicinato al divino e alla purificazione. Ragazzine soggiogate dalla promessa “dell’amore puro”, trasformate all’occorrenza in “geishe” che avrebbero dovuto (a turno) pulire, vestire e offrire prestazioni sessuali al leader dell’associazione laica Pietro Capuana.
Solo leggendo i capi di imputazione nell’avviso di conclusione indagine composto da otto pagine firmato dalla pm Laura Garufi ci si immerge in un cosmo di aberrazione e devianze che nulla hanno a che spartire con la religione e la spiritualità. Eppure troppo spesso in questi mesi ci troviamo a raccontare di casi di violenza con protagonisti uomini e donne che dovrebbero invece farsi portavoce di grandi valori.
Intanto è stata fissata per il prossimo 6 febbraio l’udienza davanti alla Corte di Cassazione che dovrà trattare il ricorso presentato dagli avvocati Mario Brancato e Giada Taccia avverso la decisione del Tribunale del Riesame sulla custodia cautelare in carcere per Capuana e ai domiciliari per Fabiola Raciti, Rosaria Giuffrida e Katia Concetta Scarpignato. E’ arrivata intanto nei giorni scorsi la decisione del Tribunale del Riesame sul ricorso presentato dalla Procura nei confronti di Mimmo Rotella, difeso dagli avvocati Rocco Di Dio e Gianfranco D’Alessandro, di Orazio Caputo, difeso dagli avvocati Stefano Pipitone e Antonio Miriello, di Salvatore Torrisi, difeso dagli avvocati Giovanni Avila e Paola Aliberti. I pm avevano impugnato l’ordinanza del Gip che non aveva accolto la richiesta degli arresti domiciliari dei tre indagati. Il Tribunale del Riesame ha rigettato il ricorso della Procura.