Il sindacato Cub: |“Il Comune rimuova Messina” - Live Sicilia

Il sindacato Cub: |“Il Comune rimuova Messina”

Prosegue il batti e ribatti tra il comando della Polizia Municipale di Palermo e le organizzazioni sindacali sull’ipotesi di riorganizzazione del corpo dei vigili.

Polizia municipale
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PALERMOProsegue la diatriba attorno alla ventilata ipotesi di riorganizzazione del corpo di Polizia Municipale di Palermo. Dopo le dichiarazioni di due giorni fa del comandante Vincenzo Messina, che a Live Sicilia aveva detto a chiare lettere che “non c’è ancora niente di ufficiale”, arriva la controreplica del sindacato Cub Pubblico Impiego.

Messina aveva sottolineato di non far parte della delegazione trattante e che il riordino del corpo dei vigili “è un compito che spetta alla contrattazione in corso tra l’ufficio Sviluppo Organizzativo del Comune e le parti sociali e ad essa parteciperò eventualmente solo come uditore. In ogni caso ancora non c’è niente di scritto”. Ma il segretario regionale Cub Maurizio Bongiovanni e quello provinciale Marcello Terzo non ci stanno: “Riteniamo questa dichiarazione gravissima – affermano –. Se il comandante è all’oscuro di tutto, ciò è dovuto alla sua assenza in delegazione trattante, alla quale è stato sempre convocato ufficialmente, come si evince dagli atti ufficiali dell’amministrazione comunale”.

“Lo stesso Messina sostiene di non sapere di cosa parlino le organizzazioni sindacali – continuano Bongiovanni e Terzo –, come se queste ultime stessero ponendo un falso problema o qualcosa di cui lui è all’oscuro. Questo continuo atteggiamento di ostilità nei confronti delle organizzazioni sindacali rende difficile ogni rapporto, interrompe le interlocuzioni e crea un clima di tensione tra i lavoratori del Comando di Polizia Municipale. Alla luce di quanto detto farebbe bene l’Amministrazione a riconsiderare l’attribuzione dell’incarico per una più efficace ed efficiente azione del corpo di Polizia Municipale sul territorio”.

Ma il sindacato non risparmia bordate neanche all’Amministrazione e in un manifesto indirizzato “a tutti i lavoratori del Comune di Palermo” la accusa di aver elaborato “un tentativo maldestro volto a garantire a tutti i costi un servizio efficiente senza investire un euro”, descrivendo così la proposta di riordino presentata sul tavolo della trattativa:

“Il 4 giugno si è svolto l’incontro tra i sindacati e l’Amministrazione comunale per discutere della ripartizione delle risorse da destinare agli istituti contrattuali del personale comunale. L’Amministrazione, nella persona del vicecomandante dei vigili urbani, ha presentato il nuovo sistema di misurazione e valutazione della performance (produttività) del corpo di Polizia Municipale.

Il piano dell’Amministrazione è quello di modificare l’articolazione oraria dei vigili: dal lunedì alla domenica per 900 unità e dal lunedì al sabato per 500 unità, con, a rotazione, un giorno di riposo settimanale. E mentre prima la produttività era strettamente legata alla presenza, su base volontaria, nelle giornate di sabato e/o domenica, adesso sarà legata al tipo di servizio che si svolge e quindi all’unità organizzativa di appartenenza.

In questo modo, chi farà parte delle 900 unità dovrà garantire 29 presenze all’anno fra sabati e domeniche, chi farà parte delle 500 unità dovrà garantire 6 presenze l’anno (2 sabati a quadrimestre). Peraltro, all’interno delle 900 unità, a parità di presenze (29), ci saranno 440 impiegati in polizia urbana e servizi operativi, che percepiranno una produttività annua pari a 2.400 euro, e 460 impiegati nella viabilità, che percepiranno una produttività annua di 2.800 euro; chi invece fa parte delle 500 unità di personale impiegato negli uffici percepirà una produttività annua di 1008 euro.

Con questa proposta scompaiono i progetti (6, 24, 33), scompare di fatto l’art. 24 (che è il compenso per l’attività prestata nella giornata di domenica) e scompare, soprattutto, il diritto alla volontarietà a prestare la propria attività lavorativa il sabato e la domenica. E vengono mortificati quei colleghi vigili che, dopo essere stati per tanti anni “in strada”, ora si ritrovano negli uffici per questioni anagrafiche oppure perché l’aver lavorato in determinati servizi per tanto tempo li ha resi inidonei, e così riceveranno il benservito dall’Amministrazione, che per ringraziarli li declassa ponendoli, di fatto, in una condizione di disagio economico nei confronti dei propri colleghi.

In questo sistema (tutto riproporzionato sulle ore previste dal contratto) dovrebbero rientrare i vigili urbani part-time, che, essendo attualmente tutti in polizia urbana, servizi operativi e viabilità, farebbero parte delle 900 unità. Dovrebbero (il condizionale è d’obbligo), perché condizione necessaria per questi lavoratori è quella di modificare il proprio contratto di lavoro, che, com’è noto a tutti, non può essere modificato unilateralmente e soprattutto senza il consenso del lavoratore.


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