Il sindaco di Palermo - Live Sicilia

Il sindaco di Palermo

La scomparsa di Angelo Ribaudo
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Angelo Ribaudo sindaco di Palermo. Non ci saranno più elezioni per lui. Non ci saranno più le attese a Palazzo, durante lo spoglio. Non ci sarà più la politica che Angelo amava come un servizio e portava come una dolcissima e amatissima croce. Ma mi è venuta in mente questa frase: Angelo Ribaudo sindaco di Palermo. Se non lo sarà mai nel gioco dell’oca del potere, potrà diventarlo nell’intimità del nostro affetto.
Palermo ha perso un’altra piuma d’oro della sua speranza ormai calva. Le strade sono sentieri impervi. I fiori marciscono perché dall’ultima primavera ne è passato di tempo. Gli uomini migliori vanno via con un fruscio, come Angelo, di notte, nella discrezione del suo buio, appena illuminata dalla fiammella del suo respiro.
Su facebook, nella nostra agorà di carne e sentimenti, non più solo virtuale, si stanno accendendo le luci della città. Si accendono per Angelo, come un saluto, come una benedizione. E il bello è che non spuntano adesso. Non sono un esercizio riflesso e sterile del cordoglio. E’ lo stesso amore che accompagnava in vita il consigliere Ribaudo. Sì, sdoganiamo l’amore.  La sua comunità profondamente lo amava.

Noi non stiamo raccontando soltanto la morte di un personaggio pubblico, che sarebbe già una notizia, come si dice nel gergo burocratico dei giornalisti. Noi stiamo assistendo al trapasso di un simbolo che merita la copertina: è storia. Angelo Ribaudo era un monumento di pulizia. Era il volto della politica onesta. E non era mai una statua equestre. Non era un pezzo di marmo. Era una persona, nel suo corpo e nel suo spirito. Era un navigatore della gioia. Era l’anima dolce di Palermo. Era il cortese araldo della gentilezza. La sua delicatezza nei rapporti rappresenta un insegnamento, anche in questa mattina triste, nell’atto della chiusura delle palpebre.  Palermo ha amato e ama Angelo Ribaudo, il suo sindaco luminoso nell’ombra, senza volere fare torto a nessuno, senza sollevare la polvere di polemiche che non ci interessano. Ecco perché lo piangiamo due volte. Come uomo meraviglioso. Come messaggero della speranza.


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