Immobili sfitti da 80 milioni |E gli stipendi sono bloccati - Live Sicilia

Immobili sfitti da 80 milioni |E gli stipendi sono bloccati

Tempi duri per l'opera pia che possiede l'Albergo delle Povere e altri edifici: gli stabili restano vuoti e il bilancio va in rosso. Così 32 dipendenti sono senza salario da mezzo anno. Il commissario: "Cerco affittuari privati".

Principe di Palagonia
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PALERMO – Dovrebbe offrire servizi agli anziani, prestare assistenza ai poveri e avviare in qualche modo i più sfortunati all’istruzione e alla formazione professionale. Aiutare cioè chi non navigava in buone acque. Eppure oggi l’opera pia Principe di Palagonia e Conte di Ventimiglia rischia di trovarsi essa stessa a un passo dal naufragio. Un paradosso al quale se ne aggiunge un secondo: un patrimonio immobiliare che vale 80 milioni di euro. Nonostante il quale i 32 dipendenti dell’ente, da sei mesi, non percepiscono lo stipendio. Con un credito che è già arrivato a quota 650 mila euro.

Già, perché il patrimonio immobiliare dell’opera pia, al momento, è in gran parte sfitto. L’istituto, fino a un decennio fa una delle strutture più attive, ad oggi rischia il collasso perché le entrate non sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno e vanta grossi crediti che non riesce ad incassare. E tra questi uno è proprio nei confronti del Comune di Palermo. Era il 2010 quando fu ordinato il ricovero di 15 anziani, ovviamente a spese dell’amministrazione. Soldi che però finora non sono stati liquidati. Crediti che si sommano ad altri, per un totale di circa 400 mila euro. “I primi a pagarne le conseguenze sono proprio gli anziani e i bisognosi – spiega un funzionario dell’Ipab -. Senza un introito non possiamo neppure comprare il cibo per farli mangiare. Abbiamo contratto debiti persino con i fornitori del cibo, le casse sono vuote e non soltanto per noi, ma per tutti”.

Una macchina che continuava ad andare avanti, dunque, grazie agli introiti degli affitti. Le principali voci in bilancio arrivavano da due grandi strutture pubbliche, l’Arpa e l’Università di Palermo che, in un periodo di spending review, hanno tuttavia fatto un passo indietro senza rinnovare il contratto. E da lì il tracollo. “Si rischia di non potere fare la spesa per i nostri anziani ricoverati – prosegue il funzionario – siamo morosi con le utenze e rischiamo da un giorno all’altro il distacco”. L’opera pia, adesso affidata al commissario straordinario Salvatore Foresta, è una tra le più ricche in Sicilia. “Forse si vuole che il Palagonia vada a fondo – spiega Foresta -. La situazione delle Ipab è deficitaria, ma non tutte sono distrutte. Essendo venute meno, legittimamente, queste due grandi strutture pubbliche, abbiamo avuto grossi difficoltà. Ho messo a bando pubblico gli immobili e ho ricevuto appena tre richieste di locazione”.

Un’opera pia passata, così, sotto il rullo compressore della svendita che sembra aver accumulato debiti su debiti, perdite su perdite. Come nel caso di una cartella esattoriale di un milione e 200 mila euro, arrivata per via di una plusvalenza di 16 milioni di euro per la valutazione di un terreno, dato in permuta a Maurizio Zamparini per il Conca d’Oro. In cambio del terreno, il presidente del Palermo ha costruito una casa di riposo. Ora, però, non ci sono i soldi per aprirla.

Il pacchetto immobiliare costruito dal Principe di Palagonia e pensato per i poveri, peraltro, comprende beni di un certo valore storico-culturale. Oltre ad appartamenti e negozi da via Sciuti a via Roma fino al quadrilatero del Politeama, sfitti da anni, c’è il 50% dell’Albergo delle Povere in corso Calatafimi. Tra gli altri immobili, anche Palazzo Grassellini di via Maqueda, occupato dai senzatetto. “Sono dalla parte dei lavoratori – conclude Salvatore Foresta -. Per questo sto provando a fare delle locazioni temporanee con soggetti privati. Perché allo stato attuale l’ente è in agonia. Bisogna apportare una gestione di tipo privatistico a favore del Palagonia, come già nel caso di un’altra opera pia, Villa Castelnuovo. Bisogna risorgere in qualche modo, senza affondare. E sarebbe opportuno partire dai crediti che si vantano. Il Comune di Palermo, l’assessorato regionale alla famiglia e tutti gli enti con cui vantiamo liquidità la saldino per togliere, almeno, la sofferenza dei dipendenti da sei mesi al lavoro senza percepire un euro”.

LE REAZIONI

“La situazione dell’opera pia Principe di Palagonia parte da lontano e penso sia riconducibile ad anni e anni di scellerata gestione”. Lo dice, commentando l’articolo di LiveSicilia, il consigliere Francesco Bertolino, componente della commissione Bilancio al Comune di Palermo. “Le strutture sono fatiscenti, c’è una mancanza di manutenzioni ordinarie e straordinarie di questo patrimonio immobiliare, vera ricchezza dell’Istituto – spiega Bertolino -. Inoltre vi è una totale assenza di visioni strategiche e, le diverse consulenze a professionisti esterni che sono avvenute negli anni passati, hanno disperso economie preziose per i bilanci stessi. Mi sono occupato direttamente  della drammatica situazione dell’Istituto Principe di Palagonia. E, leggendo oggi alcune dichiarazioni del commissario straordinario, le ritengo fuorvianti. Non fanno onore a una giusta analisi della situazione di grave crisi che vive oggi l’Istituto. Tale situazione non può essere riconducibile esclusivamente al mancato introito di due affitti, per quanto ingenti, a determinare lo stato in cui versa oggi il bilancio di quest’Ipab, ma ancor più superficiale è il rivendicare somme, tutt’oggi non certe, dall’Amministrazione Comunale. Tale governo e regia dell’Istituto tutt’oggi manca a causa del commisariamento voluto dalla Regione che, come sua abitudine, passa da una proroga all’altra e che, da oltre un anno, non consente agli enti facente parte del CdA, tra cui proprio il Comune, di sedersi intorno ad un tavolo e contribuire a risollevare la situazione attuale. Esistono nuove strutture con grandissime potenzialità. Un esempio su tutti, fondo Raffo, a cui l’ultimo CdA stava lavorando. Oppure la struttura costruita da Zamparini, che sarebbe potuta essere una splendida clinica. C’è persino una piscina riabilitativa. Con questa eredità e con questo panorama la richiesta di diverse centinaia di migliaia di euro al Comune risulta essere una richiesta aleatoria e ciò crea pericolose aspettative verso i lavoratori che vivono un momento di drammatica sofferenza. È noto che tali somme sono vincolate a un contenzioso che va avanti da anni causato da mancati rinnovi delle concessioni da parte della precedente Amministrazione Comunale. L’attuale giunta Orlando ha più volte sollecitato l’attuale Commissario a poter condividere un percorso, anche utilizzando beni del patrimonio dell’Ipab a favore delle tante emergenze di Palermo. Questo permetterebbe di dare risposte di poter consentire entrate, ma soprattutto di concretizzare le finalità stesse dell’Istituto, che troppo spesso negli anni sono state disattese”.

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