PALERMO – A un mese dagli incendi che hanno colpito Palermo, interessando la discarica di Bellolampo e le periferie a nord e a sud della città, la politica torna a occuparsi delle 15 famiglie sfollate a causa dei danni alle abitazioni. In consiglio comunale è stata Mariangela Di Gangi a riaccendere i fari sull’emergenza, nel corso di un intervento durante la seduta a Sala Martorana.
“Da un mese queste 15 famiglie non hanno né soluzioni stabili, né prospettive – ha detto la consigliera di Progetto Palermo – Otto risiedevano in alloggi popolari ed è grave che nessuno sia stato finora in grado di dire loro se le abitazioni sono inagibili: gli impianti elettrici e idraulici sono da rifare, ma non si sa se servano ulteriori interventi. In quattro settimane hanno cambiato cinque alberghi, hanno bambini che a settembre torneranno a scuola e non sanno da quale parte della città dovranno portarli, neanche i servizi sociali sanno per quanto dovranno prenderle in carico”.
“Attendiamo che il sindaco Roberto Lagalla venga a spiegarci cosa è accaduto il 24 e il 25 luglio – ha continuato la Di Gangi – e come si stanno gestendo le relative emergenze come quella di Bellolampo. Bisogna capire quali saranno le conseguenze per la Rap, ma intanto non capiamo perché questa amministrazione non chieda con forza lo stato d’emergenza: come pensa di trovare 15 case per queste famiglie?”.
Pennino: “Nessuno lasciato per strada”
A stretto giro arriva la replica dell’assessore al Sociale Rosi Pennino: “Spiace dovere smentire ancora una volta la consigliera Di Gangi ma questa amministrazione non ha mai lasciato nessuno per strada, tantomeno le famiglie colpite dagli incendi – dice la componente della giunta Lagalla – Le famiglie sono state prese in carico subito, inserite in un progetto dei servizi sociali e tutto si è svolto con ordine e celerità. Ad agosto gli uffici hanno lavorato incessantemente, effettuato i colloqui con ogni singolo nucleo e, insieme al sindaco, abbiamo istituito una cabina di regia che sta individuando soluzioni definitive, nelle more di quantificare i danni alle abitazioni. Le persone in questione sono state ospitate in albergo a spese del Comune che ha garantito vitto e alloggio attraverso il progetto ‘ben-essere pronto intervento sociale’ finanziato con fondi extracomunali, come era normale che fosse, e proprio perché parliamo di una situazione delicata invito tutti alla collaborazione istituzionale e alla responsabilità condivisa, evitando strumentalizzazioni che potrebbero creare un ingiustificato allarme sociale”.