Stretta patrimoniale sui politici |I pm di Palermo al lavoro - Live Sicilia

Stretta patrimoniale sui politici |I pm di Palermo al lavoro

Ormai da giorni i pubblici ministeri della Procura di Palermo passano al setaccio vecchi e nuovi fascicoli. E la politica trema.

PALERMO – La stretta patrimoniale è iniziata. Ormai da giorni i pubblici ministeri della Procura di Palermo hanno iniziato a studiare i fascicoli. In alcuni casi a studiare di nuovo. Sono a caccia delle collusioni fra i politici e la mafia. Perché se collusioni ci sono state potrebbero servire a spogliare i politici dei loro patrimoni.

La regia della mega ricognizione dei fascicoli è affidata al procuratore aggiunto Bernardo Petralia che coordina il gruppo Misure di prevenzione. Si parte dai vecchi fascicoli. Da quelli sfociati in sentenze di condanna, ma si terrà conto anche delle archiviazioni e delle prescrizioni. Perché, come spesso accade, quando le prove non sono tali da sfociare in una condanna penale possono bastare per fare scattare sequestri e confische.

Non è un caso che, nelle scorse settimane, lo stesso Petralia e il facente funzioni di procuratore Leonardo Agueci siano stati i promotori di un’azione di coordinamento con i questori di Palermo, Trapani e Agrigento, e la Direzione investigativa antimafia, per favorire lo scambio di informazioni e coordinare il lavoro. Dunque le indagini partono dal capoluogo per estendersi altrove.

Una spia della nuova stagione di lavoro è l’indagine patrimoniale avviata su Totò Cuffaro. L’ex governatore sta scontando una condanna definitiva per favoreggiamento aggravato. L’indagine patrimoniale era stata avviata da tempo, ma adesso si è tornati a scavare fra i beni, suoi e dei familiari. Le vicende Cuffaro non sono le uniche ad avere acceso l’interesse investigativo della magistratura che ha ripreso a lavorare, e in silenzio, su tanti altri nomi.

Politici vecchi e nuovi. Perché non si guarda solo al passato, ma anche alle recenti inchieste. Al vaglio dei pubblici ministeri ci sono i passaggi investigativi contenuti in recenti ordinanze e informative. Perché se per i processi già chiusi c’è ancora la possibilità di aprire un nuovo canale investigativo, appare certo che per le inchieste in corso i due procedimenti – penale e patrimoniale – viaggeranno di pari passo.

Inutile cercare conferme, ma è certo che il rapporto fra mafia e politica è tornato ad essere centrale nel lavoro della Procura di Palermo, alla luce anche di nuovi episodi. E al vaglio degli inquirenti non ci sono solo i politici che si sono ritagliati un posto di primo piano nel panorama siciliano e nazionale, ma anche una pletora di piccoli amministratori che hanno sfruttato connivenze e contiguità con la mafia per fare affari e accumulare beni. La sproporzione fra quanto si è dichiarato al fisco e il tenore di vita potrebbe essere il primo segnale da cui gli investigatori partiranno.


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